Padova. Pediatria, ditta bloccata per mafia: ricorso al Tar e lettera al prefetto

La ditta è stata bloccata perché ritenuta «pericolosamente vicina» alla cosca Grande Aracri di Cutro

Giovedì 16 Marzo 2023 di Gabriele Pipia
Il cantiere della nuova Pediatria

PADOVA - Non c'è tempo da perdere. Vale per la prefettura di Padova che dopo aver scoperto i legami parentali con il boss ha subito fatto scattare l'interdittiva antimafia. Ma vale anche per l'azienda Sidem di San Martino di Lupari che ha già iniziato a preparare il ricorso al Tar. L'avvocato Paolo Reginato del Foro di Vicenza è al lavoro da ieri e intanto la titolare della ditta Giuseppina De Luca annuncia un'altra mossa: «Abbiamo intenzione di scrivere alla prefettura per chiedere di essere ascoltati.

Possiamo spiegare ogni cosa e fornire tutte le carte che servono. Noi siamo pronti».

Il provvedimento

Il cantiere interessato è quello da 46 milioni di euro per costruire la nuova Pediatria dell'Azienda ospedaliera di Padova. La Sidem lavorava dallo scorso novembre con un subappalto da 490mila euro ed è stata bloccata perché ritenuta «pericolosamente vicina» alla cosca Grande Aracri di Cutro, potente clan della 'ndrangheta ormai da anni radicato nel nord Italia. La titolare Giuseppina De Luca e suo padre Michele, dipendente dell'azienda e responsabile dei cantieri, sono infatti cugini (rispettivamente di secondo e di primo grado) del boss Nicolino De Luca. Un rapporto parentale che ha convinto la prefettura ha sospendere qualunque rapporto della ditta con la pubblica amministrazione.

La posizione

«Non possiamo negare i nostri legami di parentela ma noi non abbiamo rapporti da anni con quei nostri familiari in Calabria» aveva detto subito la titolare. Ieri ha rincarato la dose: «Speriamo che vengano fatti tutti gli accertamenti possibili. Avevamo già lavorato per la casa di riposo di Pederobba nel Trevigiano pochi anni fa e nessuno aveva avuto nulla da ridire. Scriveremo alla prefettura chiedendo di poter essere ascoltati».

L'interdittiva è un documento di una quarantina di pagine che ricostruisce i rapporti familiari tra la famiglia De Luca trapiantata a Padova dal 2010 e i parenti calabresi legati al clan mafioso. Nel documento ci sono tutti i riferimenti alle inchieste giudiziarie che hanno già coinvolto la cosca Grande Aracri di Cutro. «Confermo la totale estraneità dell'azienda - sottolinea l'avvocato Reginato dal suo studio di Castelfranco Veneto -. Avvieremo un'interlocuzione con la prefettura e confidiamo che in tempi brevi si possa chiarire tutto. Non è un procedimento giudiziario e non c'è nessun obbligo da parte del prefetto a sentire le nostre spiegazioni, ma noi auspichiamo che possa comunque esserci un dialogo. Siamo pronti a mettere a disposizione tutta la nostra documentazione. E aggiungiamo che era stata la capocordata Setten a chiamarci». L'avvocato, in ogni caso, sa bene che non sarà facie per la Sidem tornare a lavorare nel cantiere della Pediatria. «L'Azienda ospedaliera vuole giustamente andare avanti con i lavori per rispettare i tempi e quindi il nostro iter non sarà compatibile con quello del cantiere. La priorità in questo momento non è tornare nel cantiere di Padova. La priorità è chiarire tutto».

L'appello

Il dg dell'Azienda ospedaliera Giuseppe Dal Ben ha confermato che la capocordata Setten procede spedita e quindi la Pediatria sarà pronta tra la fine del 2024 e l'inizio del 2025. Il prefetto Raffaele Grassi ha poi garantito che le verifiche interforze (Dia, questura, carabinieri e finanza) proseguiranno in tutti i cantieri padovani. Perché, usando sempre le parole dello stesso prefetto, «le mafie sono dietro l'angolo. Bisogna essere vigili». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci