Padova e i suoi Macchiaioli, ora la mostra diventa un film

Martedì 20 Luglio 2021 di Nicoletta Cozza
Padova e i suoi Macchiaioli, ora la mostra diventa un film

PADOVA - La sfida al momento della vernice era quella di creare nei visitatori nuovi slanci, motivare reazioni, suscitare emozioni, in una fase in cui l'emergenza sanitaria faceva da protagonista in ogni ambito.

Era l'ottobre del 2020 quando Federico Bano, mecenate della cultura e presidente della Fondazione omonima, aveva deciso di inaugurare a Palazzo Zabarella di Padova la mostra I Macchiaioli. Capolavori dell'arte che risorge, che è rimasta aperta fino a maggio. Cento, suddivisi nelle 6 sezioni del suggestivo allestimento, i capolavori esposti, tra cui opere inedite, altre ritrovate. E il pubblico ha mostrato di apprezzare visto che, nonostante il lungo lockdown, alla fine gli organizzatori sono soddisfatti di come è andata l'esposizione. Ma nonostante il portone dell'antico edificio che ha ospitato la rassegna adesso sia definitivamente chiuso, e che i dipinti siano tornati ai proprietari, non si può certo dire che sia stata messa la parola fine sulla rassegna perché i Macchiaioli, proprio in virtù del successo sancito dalla rassegna espositiva all'ombra del Santo hanno ispirato il documentario Diamoci alla macchia. Una pittura rivoluzionaria, che andrà in onda su Rai 5 a novembre, in occasione della nuova stagione di Art Night, un programma di Silvia De Felice condotto da Neri Marcorè. Protagonisti sono alcuni giovani autori appartenenti a una corrente toscana ribelle e di rottura, presentati da Federico Bano, Fernando Mazzocca, Elisabetta e Giuliano Matteucci, cioè i curatori dell'iniziativa patavina. Il film, quindi, racconta attraverso opere, scambi epistolari e fotografie, la nascita, dei Macchiaioli, in un modo assolutamente emozionante e coinvolgente, e che celebra questi artisti fuori dagli schemi, liberi e spavaldi, a dispetto delle convenzioni e delle regole del loro tempo. 


LE RIFLESSIONI

I quadri che hanno sostato a Palazzo Zabarella provenivano prevalentemente dalla Toscana, dove aveva preso le mosse il movimento innovativo, che, spesso in contrapposizione con l'Impressionismo, ai suoi tempi non aveva riscosso il giusto apprezzamento. «Alla fine, nonostante le restrizioni le complessità del periodo, il bilancio è molto positivo - ha osservato lo stesso Bano -. E adesso è motivo di grande soddisfazione che ci abbia chiamato la Rai per girare il documentario che verrà trasmesso sulla rete culturale. Dura 50 minuti, nei quali si parla della nostra mostra, con un taglio da film di grande qualità. Per noi questa è stata una bellissima sorpresa. I registi sono venuti a Palazzo Zabarella un mese fa, sono rimasti tre giorni e il risultato è sorprendente».


Non era poi difficilissimo considerato che quella sui Macchiaioli è stata una rassegna che ha colpito chi l'ha vista. «In effetti è stata una rassegna straordinaria e i commenti dei visitatori sono stati tutti positivi. Confesso che la rifarei subito. Intanto ci godiamo questo bellissimo film e non vedo l'ora che lo mandino in onda. L'allestimento ha contribuito al successo, aumentando gli effetti e le emozioni suscitati dalla mano di questi straordinari pittori. Attraverso i lavori degli autori, la rassegna ha infatti concretizzato il desiderio, comune a tutti noi, di bellezza, libertà, ottimismo e luce dopo la pandemia e, soprattutto, la volontà di gettarsi alle spalle i tempi bui per rifiorire e ripartire anche attraverso l'arte e la cultura».

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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