«A Padova, Verona e Belluno caccia ai delusi di Forza Italia e 5 Stelle»

Giovedì 3 Marzo 2022 di Gabriele Pipia
Luigi Brugnaro
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«Ricordo sempre che il Movimento 5 Stelle a livello nazionale era arrivato al 32%. Quei voti sono andati dispersi e vanno intercettati. E poi ci sono tutte quelle persone che votavano Forza Italia ma alle ultime tornate hanno preferito stare a casa. Noi ci rivolgiamo proprio a quell'elettorato liquido, quello che ha cambiato spesso idea. E tra pochi mesi saremo in corsa in tanti territori».
Guarito dal Covid e terminati i brindisi del carnevale, Luigi Brugnaro si toglie la maschera ed esce allo scoperto per tracciare la strada. Il sindaco di Venezia sarà presente con il suo partito Coraggio Italia nei tre capoluoghi veneti che tra tre mesi andranno al voto ma intanto sta definendo le liste anche per tanti altri comuni.

Il piano d'azione è pronto.


Sindaco, l'intenzione è quella di usare le amministrative come trampolino di lancio per ampliarsi e radicarsi?
«L'obiettivo è rappresentare un'area che definirei filogovernativa-confindustriale. Persone che se dicono che fanno una pista ciclabile o un ospedale, lo fanno davvero. È l'area che manda avanti il Veneto da sempre, quella che crede nel lavoro e nella fatica positiva. Oggi è sottorappresentata. Dobbiamo recuperarla mandando avanti bravi giovani».


Partiamo da Padova. Lunedì ha fatto visita al suo vecchio amico Francesco Peghin, candidato per l'intero centrodestra.
«Stiamo già definendo una lista di padovani provenienti dal mondo civico e tra un paio di settimane la presenteremo. Io e Francesco ci siamo conosciuti quando lui era presidente di Confindustria Padova e io di Confindustria Venezia. È un grande uomo d'azienda, potrà fare benissimo».


Le ha chiesto consigli?
«Ci eravamo già parlati la scorsa estate. Quando mi ha chiesto un parere sulla sua candidatura, gli ho domandato se fosse sicuro. Non è facile trovare un imprenditore, che non ha bisogno della politica per vivere, disposto a mettersi in gioco. Mi ha colpito molto la sua convinzione. Ha relazioni con tutti, è uno che fa pochi discorsi ma molti fatti».


L'obiettivo è creare una forte asse Venezia-Padova?
«Io alla grande città metropolitana Venezia-Padova-Treviso credo moltissimo. Penso in primis alle nostre università: sono totalmente compatibili e puntando sulle collaborazioni possiamo fare strike in Europa».


A Padova si parla però del nodo interno legato al deputato Marco Marin. È il vicepresidente di Coraggio Italia, ma è inviso alla Lega che lo accusa di aver fatto cadere sei anni fa la giunta Bitonci.
«Io e Marin siamo una cosa sola e lui sarà un fattore di successo. A Padova può ancora dare molto. Ora bisogna pensare solo a fare politica, senza mettere veti».


Da Padova a Verona. Anche qui siete pronti a correre?
«Sì, a Verona ci sarà una lista di Coraggio Italia e siamo molto avanti. Appoggeremo il sindaco Federico Sboarina, una persona capace che ha gestito molto bene anche la pandemia. Ora ha la tessera di Fratelli d'Italia ma fino all'altro giorno era un civico».


Nel centrodestra veronese resta però il problema di Forza Italia, che potrebbe sostenere l'ex sindaco Tosi.
«Secondo me non è ancora detto, vedremo quello che accadrà. In ogni caso non faremo una campagna contro qualcuno, a noi interessano solo le proposte per i veronesi».


È pronto a entrare in pista anche a Belluno, dove correrà il campione paralimpico Oscar De Pellegrin?
«Belluno è importantissima e stiamo organizzando la lista in appoggio al centrodestra. L'area sarà sempre quella: movimenti civici, gente che magari si è allontanata da Forza Italia per i motivi più vari. Cerchiamo di ringiovanire e allargare il consenso».


Capoluoghi, ma non solo. Dove correrete?
«Saremo a Feltre, nel Bellunese. Nel Veneziano credo che saremo a Mira, Mirano e Santa Maria di Sala. Forse anche in altri Comuni veneti. Non abbiamo ansia da prestazione, ci saremo dove potremo essere utili».


Questo sarà il primo banco di prova, poi ci saranno le elezioni politiche del 2023. Quale sarà l'obiettivo?
«Anzitutto esserci. Credo che voteremo con il sistema maggioritario anche se in vista della prossima legislatura io continuo a ragionare su un sistema proporzionale in ottica semipresidenziale. Ridurrei il sistema bicamerale in un'unica Camera, con l'altra che diventerebbe la Camera dei Comuni e delle Regioni. Con un presidente eletto direttamente dagli italiani e con qualche potere in più».


Si vede a Roma a guidare il nuovo partito oppure il vestito tagliato su misura per lei resta quello da sindaco?
«La legge dice che un sindaco di un grande Comune non può candidarsi per il parlamento senza prima dimettersi, ma l'Anci sta spingendo per ottenere la possibilità di candidarsi senza bisogno di dimettersi».


A quel punto si candiderebbe?
«Sì. La mia sarebbe una candidatura legata alla responsabilità di quello che sto facendo, mettendoci la faccia. Ma poi in ogni caso opterei per rimanere sindaco di Venezia. Ho preso un impegno e rimarrò coerente».


Anche se Coraggio Italia dovesse impegnarla sempre più a livello nazionale, nessun dubbio che finirà il suo mandato da sindaco?
«Nessun dubbio».

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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