Il filmato nel locale africano, poi sono scomparsi nel nulla

Domenica 6 Gennaio 2019 di Gabriele Pipia
Il filmato nel locale africano, poi sono scomparsi nel nulla
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Un video di 12" con immagini scure:  Nunzio Tacchetto in queste ore di angoscia continua a guardarlo,  rappresenta l'ultima reale traccia di suo figlio Luca in Burkina Faso, prima di far perdere nel nulla le proprie tracce. È stato girato la sera del 15 dicembre e spedito via WhatsApp al gruppo famiglia. Siamo al ristorante Le Bois d'Ébène nel centro di Bobo Dioulasso, la seconda città del Paese. Dietro la telecamera c'è Luca Tacchetto, 30 architetto padovano che lo scorso 20 novembre ha intrapreso il proprio viaggio dei sogni: diecimila chilometri alla guida di una vecchia Megane Scenic, partendo dal Veneto e puntando il Togo. Al suo fianco la fidanzata canadese Edith Blais, cuoca per professione e pittrice per diletto, 34 anni, conosciuta l'anno scorso durante un lungo viaggio nel nord America.
Con loro, a quel tavolo, la sera del 15 dicembre ci sono anche un uomo francese e la moglie, una donna del posto, conosciuti proprio in Burkina Faso. Sono le ultime persone ritrattate con i due giovani prima della scomparsa. Sul palco si esibisce una band. Luca è felice, euforico, più che vivo che mai. Sono le sue ultime notizie prima che la coppia venga inghiottita da un mistero ancora senza soluzione. Ecco perché per la famiglia Tacchetto, in queste ore di apprensione e inquietanti interrogativi, quel video è così importante.
LE INDAGINI
La scomparsa è stata segnalata informalmente ai carabinieri pochi giorni dopo il 15 dicembre, quando la famiglia Tacchetto si augurava che si trattasse semplicemente di un problema di comunicazione telefonica. La denuncia, invece, è stata formalizzata il 24 dicembre. La Farnesina si è subito attivata interessando l'Interpol e le autorità del Burkina Faso, ma in questa vicenda restano ancora molti lati oscuri.
Non si sa dove siano i due fidanzati e non c'è traccia nemmeno della loro auto. Comunicazioni ufficiali non sono mai arrivate e intanto resta da chiarire il ruolo dell'uomo francese con cui Edith e Luca hanno passato quell'ultimo giorno. Si chiamerebbe Robert e sarebbe stato identificato nei giorni scorsi. I due ragazzi l'hanno conosciuto alla frontiera, sono stati ospiti a casa sua e poi sono andati con lui e la moglie in quel noto locale.
Una testimonianza interessante, in grado di inserire un ulteriore tassello in questo complicato puzzle, la offre l'assicuratore padovano Paolo Rizzi, amico intimo della famiglia Tacchetto. «Abbiamo creato un ponte con il Burkina Faso attraverso dei missionari - racconta -. Sono riusciti a parlare con questo signore francese, Robert, noto in città perché vive lì da molti anni. Pare che fosse stato lui a consigliare alla coppia di andare a visitare uno splendido parco naturale a cento chilometri dalla città di Bobo Dioulasso. Per ora non possiamo dire niente altro - spiega ancora l'amico di famiglia -. Siamo anche noi in attesa».
LE IPOTESI
«Mio figlio è un ragazzo in gamba, scafato. Ha una mente aperta, parla molte lingue, è forte fisicamente. Se una persona è in grado di sopravvivere, quella persona è proprio lui». In queste ore di attesa, vissute costantemente con il cellulare in mano aspettando buone notizie, Nunzio Tacchetto si aggrappa a tutto. «Lui ha sempre saputo cavarsela» sospira, facendosi forza, con lo sguardo perso nei campi.
Ma cosa può essere successo dopo le 23.57 di quel maledetto 15 dicembre? La madre di Edith ipotizza una detenzione illegale da parte delle forze dell'ordine locali. «La prima cosa che ho pensato io - dice invece Tacchetto - è che mio figlio e la ragazza siano stati rapiti, ma non abbiamo avuto alcun tipo di notizia. Mi son fatto anche l'idea che sia stato arrestato, certo, non si sa mai. Magari è stato importunato, ha reagito e si è trovato nei guai. Mi aggrappo a tutto, anche a questo. Se servisse pagare per riaverlo, siamo pronti. La macchina con cui viaggiava, però, che fine ha fatto?».
È possibile che fossero andati in un parco naturale, magari avvicinandosi a pericolosi animali? «Non sappiamo che dire - mormora Tacchetto -.

Di certo il signor Rizzi è una persona fidata e ci sta dando una mano importante». Qualche giorno prima di scomparire, Tacchetto e Blais avrebbero accolto sulla loro auto un autostoppista. C'è forse un legame? «Non ho idea» dice l'ex sindaco abbassando la testa. Sullo schermo del suo cellulare c'è sempre quell'ultimo video.

Ultimo aggiornamento: 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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