Padova. Don Favarin lascia la Chiesa, pioggia di solidarietà: «Sei e resterai un prete vero»

Dopo l’annuncio molti fedeli lo difendono: «Ai margini, come don Milani e don Ciotti»

Venerdì 16 Dicembre 2022 di Nicoletta Cozza
Don Luca Favarin assieme a due degli immigrati che ha aiutato
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PADOVA - Affetto. Stima. Riconoscenza. Solidarietà. E anche comprensione. Dopo il lungo post sulla sua pagina Facebook con cui ha annunciato l’eventualità di lasciare la Chiesa in disaccordo con il vescovo monsignor Claudio Cipolla e con la Diocesi che contestano il suo operato in campo sociale e imprenditoriale, ieri don Luca Favarin ha scelto il silenzio, ma tantissime persone, e non solo quelle vicine al mondo del volontariato, gli hanno fatto pervenire messaggi di sostegno, come documentano i commenti sui social. Ben diverso l’atteggiamento della maggior parte dei sacerdoti, i quali hanno preferito non prendere posizione. Chi gli è vicino assicura che per lui, a cui fa riferimento la cooperativa Percorso Vita onlus che si occupa di accoglienza ma che gestisce anche la caffetteria dei Musei Civici, questo è un momento di profonda sofferenza e di incertezza.

E infatti ha preferito non aggiungere altro e all’ennesima chiamata sul cellulare ha risposto su Whatsapp: «Cari amici che mi state cercando grazie della vostra amicizia e vicinanza personale. Sull’argomento ho scritto su Facebook e non ci torno più sopra, un po’ per rispetto del vescovo che credo sia in difficoltà, un po’ perché sono giornate piene di emergenze… Spero nella vostra comprensione… e ci vediamo presto».

«Messo ai margini per le iniziative a favore dei poveri»

Non ha risparmiato le parole, invece, Cristina Piva, assessore al volontariato. «Certo, il diritto canonico non contempla le attività commerciali, ma lui non le sta facendo per sé, ma per dare una dignità lavorativa a dei ragazzi. Accogliamo gli immigrati perché non muoiano in mare, ma che ne è di loro se non ci sono persone come don Favarin? Non voglio entrare nella diatriba con il vescovo, perché può esserci qualcosa in contrasto con il suo essere sacerdote, ma ce ne sono stati altri, a partire da don Milani, messi ai margini per le loro iniziative in favore dei poveri. E non vorrei che anche questa presa di posizione diventasse per la Chiesa motivo di pentimento».
«Don Luca – ha proseguito – sta dando un avvenire a giovani che potrebbero diventare un problema sociale, andando a delinquere o a spacciare. Mi sembra che siamo di fronte a una questione di forma, ma la priorità va data alla sostanza. Che trovino una formula per preti come lui che mettono in pratica il Vangelo per dare una prospettiva agli ultimi».

«Don Luca sarà sacerdote in eterno»

Anche Emanuele Alecci, portavoce della candidatura “Volontariato Patrimonio Immateriale dell’Umanità” e già presidente del Csv, è della stessa opinione. «Sto ricevendo continue telefonate di dispiacere e disappunto da rappresentanti di associazioni e io al più presto andrò a trovare don Luca. Prima di uscire sui social mi aveva avvertito e quindi ero a conoscenza di questo disagio, anche se non sono entrato nel merito. Se i motivi sono quelli che ha descritto, confesso che sono preoccupato. Di don Luca posso dire solo cose belle; gli sono stato sempre accanto e spero che le persone continuino a volergli bene: io gliene voglio ancora di più. Su alcune cose possiamo non essere d’accordo, anche se io con lui sono in sintonia quasi su tutto, ma quando una persona è “in strada”, ci vogliono gli occhi “della strada” per dare giudizi. Sono addolorato perché per me è un grande prete. È stato cappellano nella mia parrocchia a San Bellino e già allora aveva iniziato attività contro la tratta, che è una delle azioni più impegnative da portare avanti».
«Umanamente gli sono vicino – ha proseguito – e mi spiace che, come si percepisce da alcune cose che aveva anticipato a noi amici, provi un grande dolore in questo frangente. Non so se ci sia qualcos’altro, ma cosa può essere di così grave? No, credo sia un abbaglio, un errore. I giudizi su di lui sono gli stessi che vengono rivolti a don Luigi Ciotti, ma qualcuno mette forse in discussione che quest’ultimo sia un prete? Lo è fino in fondo, come don Favarin, a cui ho scritto un messaggio che inizia proprio così: “Caro Luca, caro prete, amico e testimone coraggioso”».
«Questa notizia fa male al Natale, lo ha rovinato – ha concluso Alecci – La misericordia della Chiesa dovrebbe essere così ampia da accettare qualcuno che sta sull’orlo e l’allontanamento di un testimone così sarebbe un problema. Don Gallo non si è spretato, anzi, ha un rapporto diretto con Papa Francesco. Qualunque cosa decida don Luca sarà sacerdote in eterno, però spero che trovi la forza di rimanere dentro».

Ultimo aggiornamento: 10:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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