Padova. L'Ordine dei medici lancia l'allarme: «Priorità non rispettate, anche due settimane per le analisi del sangue»

Crisarà: «Manca una seria programmazione, manca una corretta organizzazione e manca soprattutto la giusta valorizzazione della figura professionale del medico»

Martedì 16 Maggio 2023 di Silvia Quaranta
L'allarme dei medici: priorità non rispettate

PADOVA - Lamentele, segnalazioni, esposti: all'Ordine dei medici di Padova ne arriva quasi uno al giorno. A scrivere sono cittadini spazientiti perché le liste d'attesa non funzionano, le priorità non vengono rispettate, per prenotare un esame del sangue ci vogliono anche due settimane. Per un esame strumentale l'attesa è di mesi. Intanto il rapporto di fiducia con il medico curante si deteriora e, negli ospedali, aumentano i casi di aggressioni fisiche e verbali ai sanitari. È uno scenario complesso quello dipinto dal presidente dell'Ordine, Domenico Crisarà, che auspica un tavolo di confronto con Regione, Ulss 6 e Azienda ospedaliera.

Priorità non rispettate

«Il funzionamento dei Cup - dice Crisarà - per i medici è un mistero: nessuno di noi sa esattamente secondo quali meccanismi funziona. Quello che vediamo quotidianamente è che decine di pazienti ritornano dal proprio medico lamentando il fatto che non riescono ad accedere alle cure prescritte con le impegnative. Il mancato rispetto della tempistica indicata è grave: la priorità è un fatto medico, quindi se indichiamo che il paziente deve potersi sottoporre a un esame non oltre 10 o 15 giorni, c'è da parte nostra una responsabilità di tipo medico legale. E non sappiamo, non capiamo, secondo quali criteri vengono posticipate visite che sono urgenti».

Un altro problema legato al sistema di prenotazioni riguarda il fatto che i pazienti non sono correttamente scaglionati: «vengono convocati tutti alla stessa ora - lamenta il presidente - ad esempio dalle 9 alle 11 ci sono quattro o sei visite, ma a tutti vengono indicate le 9 come orario di arrivo. Poi si trova anche un medico che è costretto a rispettare il "timing" dettato dalla Regione, secondo cui in un certo numero di ore dobbiamo fare non meno di un certo numero di visite, e quindi non può dilungarsi e perdere tempo. L'impressione finale del paziente sarà di aver aspettato molto per avere una visita frettolosa. Questo non è un problema solo per i cittadini, ma anche per i medici che perdono la fiducia dei loro pazienti. È da queste situazioni che poi nascono scontri verbali, lamentele ed esposti».

I rischi

Lo scenario, mette in guarda Crisarà, in assenza di azioni mirate non è destinato a migliorare: a causa di una mancata o errata programmazione, infatti, il Veneto soffre già di una grave carenza di medici di base, a cui nel tempo si aggiungerà anche un surplus di altri specialisti condannati a non trovare lavoro. «La sanità padovana - aggiunge - vanta livelli di eccellenza altissimi e una tradizione antichissima. Sul fronte del servizio, tuttavia, siamo molto preoccupati. Manca una seria programmazione, manca una corretta organizzazione e manca soprattutto la giusta valorizzazione della figura professionale del medico, che non trova soddisfazione lavorativa né economica. Non stupiamoci se i colleghi fuggono nella migliore delle ipotesi nel privato e, nella peggiore delle ipotesi, direttamente all'estero». Con l'occasione ieri l'Ordine ha voluto ricordare anche il centesimo compleanno del dottor Rocco Ripollino, «esempio per tutti noi di passione e dedizione» come ha sottolineato Crisarà. Ripollino vanta infatti il primato per la più lunga anzianità di iscrizione all'Ordine, dove il suo nome campeggia dal 1963. 

Ultimo aggiornamento: 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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