Leroy Merlin chiede la licenza per aprire: cantieri in autunno

Lunedì 22 Marzo 2021 di Mauro Giacon
Leroy Merlin chiede la licenza per aprire: cantieri in autunno

PADOVA È il progetto privato più imponente e costoso della città. Inseguito con ostinazione da almeno sette anni. Costruire un centro acquisti, per professionisti dell’edilizia e pubblico del bricolage, dentro una “cattedrale”, quella dell’architetto Giuseppe Davanzo che progettò in corso Australia l’ex mercato del bestiame negli anni ‘70. Progetto che una doppia valenza: il recupero del monumento e la rinascita di tutto il quadrante Ovest ora in ombra per l’avanzata impetuosa della silicon valley medica da via Venezia a Padova est.
Ebbene, dopo anni di burocrazia il grande Gruppo francese entro marzo inoltrerà alla Regione l’ultima carta, la più importante, il permesso di avere la licenza commerciale, ovvero il permesso di aprire la serranda.
Circostanza che per la città ha un’enorme ricaduta perché i francesi si sono impegnati a garantire un nuovo cavalcavia che dallo stadio oltrepassi la tangenziale per entrare nell’area da 200mila metri quadrati, rivoluzionando l’intera viabilità. 
LA REGIONE
Perchè la Regione? Con superfici maggiori di 15mila metri quadrati occorre un Accordo di programma diretto. La Regione ha 6 mesi di tempo ma nessuno, in questo periodo di crisi, crede che impiegherà tutto il tempo, anzi. Ricevuto il via urbanistico dal Comune e quello della Soprintendenza per l’edificio, i francesi contano di chiudere la partita a settembre e di aprire i cantieri entro l’anno per concluderli all’inizio del 2023.
L’INVESTIMENTO
Per la prima volta nella sua storia Leroy ha deciso di intervenire sistemando un’opera dell’ingegno invece che innalzare un anonimo capannone. Soldi investiti 40 milioni, di cui 9 per fare un nuovo ponte. L’Iter è stato lungo sette anni. Prima la fiducia del Comune che ha approvato il progetto, poi la Soprintendenza che ha chiesto migliorie per conservare il monumento e soprattutto di nascondere gli impianti tecnologici. 
L’OPERA 
I francesi rispetteranno l’edificio tanto che si potrà vederne il soffitto caratteristico. Sarà conservata anche la struttura delle vecchie tribune dove gli animali andavano all’asta. E non ci sarà nemmeno l’insegna. Il monumento sarà essere ripensato da zero: per l’antisismica, l’antincendio, l’illuminazione, i serramenti l’impermeabilizzazione. Dentro edilizia, fai da te, giardinaggio. Al piano collaborerà anche Zed che ha creato una nuova società, “Diz srl”. Con loro nella cordata anche Brenta Lavori srl, Elettro tc srl e Suardi spa come costruttori riuniti nella società per azioni “Nuovo foro Boario Padova”. Il “negozio” sarà grande 16.700 metri, con 1,2 milioni di clienti potenziali. Saranno assunti 180 dipendenti. Insieme alla vocazione commerciale nell’area dovrebbe unirsi quella degli show con il nuovo teatro Geox che oggi tiene 2.946 posti. I clienti potenziali sono stimati in 1 milione e 200mila, nell’arco di 25 minuti di viaggio.
IL CAVALCAVIA
Il nuovo cavalcavia sulla tangenziale (9 milioni di euro) che servirà da ingresso all’area, sia per il negozio che per il teatro che dovrebbe essere spostato entro dieci anni in un’area fuori dal vincolo e costruito in pietra. Ecco perchè nell’impresa si è associato anche Zed. Snellita la bretella di ingresso e uscita dall’area che prima aveva sollevato molte proteste dalla comunità di Chiesanuova. Il famoso “polipo” era troppo attaccato al cimitero. Nell’area, ma nella zona di competenza comunale, troverà posto anche il Des, Distretto economico solidale che era una delle richieste del percorso partecipativo di Agenda 21.
 

Ultimo aggiornamento: 13:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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