Boron, nuovo incendio in casa Lega: «Cose mai viste in 30 anni»

Sabato 22 Gennaio 2022 di Alberto Rodighiero
Il consigliere regionale Fabrizio Boron, Lega
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PADOVA - «Ho le spalle larghe, sono disposto a pagare tutte le conseguenze e non escludo di candidarmi a sindaco». Che la pace nella Lega padovana fosse un’imposizione di Salvini, oggi non ci sono dubbi. Nemmeno a 24 ore di distanza dalla videoconferenza del leader del Caroccio con il commissario regionale Alberto Stefani, quello cittadino Massimo Bitonci e l’assessore regionale Roberto Marcato, che Fabrizio Boron, consigliere regionale ed ex assessore comunale, torna all’attacco.

E lo fa nel presentare “Vale Padova!”, di fatto la sua associazione culturale che però potrebbe anche diventare un movimento politico vero e proprio.


L’AFFONDO
Il consigliere regionale della lista Zaia non usa mezzi termini: «Una volta le decisioni passavano anche per le sezioni e per i direttivi, ora ci sono solo imposizioni da Roma. Io sono da sempre un autonomista, di conseguenza non potrò mai accettare i diktat romani».


IL CASO BANO
Il riferimento di Boron va, naturalmente, alle tensioni nate nel Carroccio dopo la sparata del sindaco di Noventa Padovana, Marcello Bano che, di fatto, ha impallinato la candidatura di Francesco Peghin. «Purtroppo ci sono alcuni componenti del partito che, dopo essere andati a Roma, hanno perso il contatto con il proprio territorio e con gli amministratori – aveva sottolineato Bano - A Padova, per esempio, per questo motivo, è stato calato dall’alto un candidato sindaco che è la brutta copia di Giordani. Per provare a giocarcela avrei scelto Marcato tutta la vita». Una fuga in avanti che ora potrebbe costargli molto cara. A breve giro, infatti, a intervenire è stato il segretario regionale Alberto Stefani che ha annunciato una procedura di espulsione a suo carico. Nonostante questo, il primo cittadino di Noventa ha incassato la solidarietà del consigliere regionale Luciano Sandonà e di vari sindaci del Padovano.


ARRIVA SALVINI
Una polemica che ben presto ha varcato i confini provinciali ed è arrivata al segretario federale Matteo Salvini che, nei confronti di Bano, ha avuto parole durissime: «Questo va cacciato fuori». Parole che, a quanto pare, non sembrano per nulla intimidire Boron: «Quello che è successo ultimamente nella Lega è incredibile, mai visto una cosa del genere in 30 anni di militanza - ha rincarato la dose l’ex assessore della giunta Bitonci – In tantissimi mi hanno chiamato chiedendomi che cosa sta accadendo nel partito e, non lo nascondo, in molti mi hanno chiesto di candidarmi a sindaco». «Sarò sincero – ha continuato – nulla è deciso, ma non escludo questa possibilità. È necessario dare un segnale chiaro a chi non tiene in considerazione le istanze del territorio. Io ho le spalle larghe, vivo del mio lavoro e non ho bisogno di stipendi pubblici. Di conseguenza sono anche pronto a pagare le conseguenze di quello che dico e per quello che deciderò di fare».
E Boron ha le idee chiare su come vede la politica: «Gli incontri che organizzeremo con la mia associazione – ha concluso – saranno soprattutto un’occasione di confronto tra chi concepisce la politica in modo diverso e non accetta imposizioni dall’alto. Non si tratta solo di militanti in disaccordo con l’attuale linea della Lega, ma anche di semplici cittadini che si fanno delle domande. Gente che magari neanche vota ma che, in tutti i casi, non è disposta ad accettare candidature che vengono imposte da Roma».

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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