Il crollo della natalità: duemila bimbi in meno, le cicogne non volano più su Padova

Lunedì 14 Novembre 2022 di Elisa Fais
Gianfranco Jorizzo

PADOVA - Le cicogne non volano più su Padova. Negli ultimi dieci anni sono venuti alla luce 2.027 bambini in meno: si passa da 7.793 nuovi nati nel 2010 a 5.766 bebè nel 2021 in tutta la provincia. A lanciare l'allarme sul fenomeno denatalità è il dottor Gianfranco Jorizzo, coordinatore nazionale del Comitato percorso nascita del Ministero della Salute e responsabile del Servizio di medicina prenatale dell'Ulss 6 Euganea.
«Ho già incontrato il nuovo Governo sul tema - annuncia il dottor Jorizzo -. Le nascite continuano a diminuire, così come il numero di figli per donna, sceso nel 2021 a 1,24. Come a Padova, in nessuna provincia d'Italia oggi si raggiungono i due figli per donna, problema peraltro vecchio di quasi cinquant'anni. Stiamo andando verso un'involuzione, visto che servirebbero almeno due figli per coppia per far progredire la comunità. La società è profondamente cambiata dai tempi della guerra, quando si contavano normalmente anche cinque figli per famiglia: chiaramente non si può generalizzare, ma è necessario intervenire con azioni concrete».
A Padova e provincia il saldo naturale del 2021 è negativo: il valore di decessi (circa 10mila) supera in modo importante le nascite. Non solo. Per la prima volta non è nemmeno compensato dal saldo migratorio, che si ferma a 1.195 persone. Il saldo naturale è - 4.047 mentre il saldo complessivo è - 2.852.
LA SOCIETÀ
Il calo demografico si inserisce in una crescente precarietà. «La denatalità oggi ha miliardi di motivazioni. La progettazione di una famiglia avviene sempre più avanti - prosegue il dottor Jorizzo - prima la donna studia, poi si inserisce nel mondo del lavoro e nel mentre si fidanza. Le giovani coppie oggi tendono a cercare prima una stabilità logistica, quindi una casa e un posto di lavoro, e poi la gravidanza. Inutile dire quanto possa essere complesso in questo momento avere un mutuo a tasso agevolato, o sostenere le spese di un affitto. Uno scenario che rallenta tutto. Dopodiché c'è l'aspetto del rientro a lavoro dopo la nascita di un figlio».
E qui si inserisce una delle proposte che il dottor Jorizzo ha portato all'attenzione delle istituzioni. «Negli Stati Uniti e in Germania le grandi aziende hanno i nidi - spiega - Perché, ad esempio, non fare una legge che obblighi i luoghi di lavoro con più di 200 dipendenti a creare un nido interno? Sicuramente faciliterebbe le madri di rientro dalla maternità, rendendo più flessibili gli orari per l'allattamento». Il Governo Meloni, intanto, sembra già aver dato un chiaro segnale di attenzione al problema mettendo le politiche a favore della natalità in cima all'agenda. Secondo le stime dell'Istituto centrale di statistica, in assenza di correzioni significative, sul territorio nazionale è prevista una perdita di 5 milioni di persone nel 2052 e di ben 11 milioni nel 2070.
L'ETÀ
Nel 2010 nel Padovano l'età media delle madri era di 32,1 anni, mentre prendendo in considerazione solo le donne straniere 27. Nel 2021 si sale a 32,3 anni e addirittura 28,8 per le mamme di origine straniera. «Le donne straniere affrontano il primo parto qualche anno prima rispetto le altre, inoltre hanno una maggior propensione a fare il secondo figlio - precisa Jorizzo -. Ma è particolare notare come, con il passare degli anni, anche le donne straniere tendano ad affrontare la gravidanza più avanti nel tempo, adattandosi all'ambiente economico e sociale circostante».
LA SANITÀ
Attualmente a Padova e provincia sono attivi quattro punti nascita: a Camposampiero, a Cittadella, a Schiavonia e a Padova all'Azienda Ospedale Università. «E' nostra cura garantire gli standard di sicurezza necessari per tutelare e proteggere la mamma e i nascituri - conclude Jorizzo -. Ci tengo a sottolineare che dal 1998 sono gratuiti gli esami preconcezionali sia per l'uomo che per la donna».
Elisa Fais
 

Ultimo aggiornamento: 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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