I dati sull'occupazione: lasciano il lavoro 43mila padovani

Mercoledì 20 Luglio 2022 di Marco Miazzo
Un momento del convegno organizzato dalla Cisl

PADOVA - Aumentano le dimissioni in tutto il Veneto e Padova non fa eccezione.

In provincia nei primi cinque mesi del 2021 nel settore privato si sono dimessi oltre 30mila dipendenti mentre tra gennaio e maggio 2022 il bilancio sale a 43mila dimissioni. Allo stesso tempo le stime sull’occupazione veneta ed euganea vedono un boom di assunzioni: guardando ai rapporti di lavoro a tempo indeterminato, determinato e apprendistato ogni mese entrano nel mondo economico fra i 30 e i 40mila nuovi lavoratori.


L’ANDAMENTO
I dati sono emersi ieri nella tavola rotonda organizzata da Cisl Padova-Rovigo (moderata dalla giornalista de Il Gazzettino Nicoletta Cozza) con interventi del direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone, dell’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato e dei vertici delle associazioni di categoria.
Dall’inizio del 2022 il saldo delle nuove assunzioni nel lavoro dipendente in Veneto supera quota 77mila, con un aumentodel 30,4% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel Padovano ci sono stati 6.280 nuovi posti di lavoro aperti, segnando un aumento del 28% rispetto all’anno precedente. L’aumento di assunzioni non riguarda solo il settore privato, ma anche il pubblico.
Vincenzo Gottardo, presidente della Provincia, ricorda che con la firma del Piano del fabbisogno del personale l’ente prevede l’assunzione di 35 nuovi dipendenti dei prossimi dodici mesi. «Sarà possibile provvedere a nuove assunzioni anche grazie ai finanziamenti del Pnrr – afferma  –  si cercheranno persone di giovane età per attuare un cambiamento di mentalità nei dipendenti. La Provincia sta sfruttando massicciamente i fondi del Pnrr con 30 milioni di euro già disponibili da investire in nuovi progetti. E le nuove figure verranno specializzate in nuove forme di richiesta di finanziamenti pubblici, in genere europei».
Dai dati dell’Osservatorio di Veneto Lavoro emerge che le dimissioni riguardano principalmente i dipendenti con qualifiche medio-alte: i padovani sono sempre più inclini a cambiare lavoro, non solo per motivi economici ma per ricerca di soddisfazione professionale, segno di un mondo del lavoro dinamico e stimolante che riflette la situazione veneta. La crescita di dimissioni è stata molto più significativa per le donne che per gli uomini, anche se questi ultimi rappresentano quasi i due terzi dei dimessi totali. Il fenomeno è poi più rilevante per la popolazione più matura (+71% i senior) che per le altre componenti (giovani +27%, adulti +29%). La maggioranza dei dimessi proveniva da rapporti di lavoro che duravano da oltre tre anni (55%) mentre un ulteriore 27% aveva un contratto compreso tra uno e tre anni.
Il 35% veniva dai settori del manifatturiero, il 9% dalle costruzioni e il 55% dai servizi (il 18% dal solo commercio-turismo e il 14% dall’ingrosso-logistica). Nel comparto industriale il tasso di permanenza è del 78%, leggermente più alto di quello che si registra nell’insieme dei servizi (75%). Più articolata è la situazione nei singoli settori: nel metalmeccanico gli spostamenti sono in misura largamente maggioritaria in realtà produttive dello stesso tipo (62%). Pure nel settore del commercio-turismo non pare essere in atto una fuga di massa dato che il 46% si ricolloca in omologa posizione e un ulteriore 29% in altro settore del comparto.
È un fenomeno, quello delle dimissioni, che ha conosciuto grandi oscillazioni. Durante la pandemia si era assistito alla netta caduta in corrispondenza del congelamento del mercato del lavoro e il successivo picco in seguito al ritorno alla quasi normalità nel 2021. Oggi i dati testimoniano una tendenza a stabilizzare il tasso di crescita. «Le dimissioni crescono, ma questo perché la gente cambia sempre più spesso lavoro – afferma Tiziano Barone –Chiedendoci se si stia assistendo a una fuga tra settori, abbiamo condotto un’indagine incrociando il settore di provenienza e quello di destinazione notando che chi cambia lavoro finisce nella maggior parte dei casi nello stesso settore. Se contiamo che il 70% di chi si è dimesso ha trovato lavoro entro 5 giorni, possiamo affermare che la realtà delle dimissioni è un fenomeno dovuto a maggiori opportunità, che soddisfano le ambizioni di realizzazione personale dei lavoratori».
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci