Ospedale, il nuovo regolamento: lavoro agile per 5mila dipendenti

Amministrativi, tecnici, operatori socio-sanitari e infermieri potranno usufruire fino a 8 giorni al mese

Mercoledì 14 Dicembre 2022 di Elisa Fais
Azienda ospedale Padova, 5 mila in smart working 8 giorni al mese

PADOVA - Non importa dove, ma importa come: l'obiettivo è raggiungere il risultato. L'azienda Ospedale Università di Padova e le organizzazioni sindacali, ieri, hanno firmato il nuovo regolamento sul lavoro agile. A partire da oggi i 5mila lavoratori del comparto di via Giustiniani potranno usufruire di questo strumento di flessibilità. Ciascun dipendente potrà richiedere fino a otto giorni al mese in smart-working.

L'accordo, al momento, coinvolge infermieri, operatori socio sanitari, amministrativi e tecnici.

I PARAMETRI
«Due anni di emergenza Covid hanno fatto apprezzare uno strumento di lavoro che ha saputo armonizzare le esigenze dell'amministrazione, i bisogni di conciliazione familiari e la sicurezza dei lavoratori - spiega Fabio Turato, della Cisl Fp -. Con il lavoro agile le modalità di esecuzione e l'organizzazione della prestazione, dal momento in cui vengono garantite da remoto, sono affidate direttamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore. In tal modo ciascuno potrà stabilire in che momento collocare le proprie pause nell'arco della prestazione, usufruendo in tali circostanze, conseguentemente, del diritto alla disconnessione».
L'azienda è una città nella città: un territorio di oltre 200 mila mq, che ospita al suo interno 76 edifici complessivi dove lavorano ogni giorno gli oltre 7mila dipendenti e collaboratori. Ma soprattutto che accoglie quotidianamente più di 10mila pazienti.

I SERVIZI
«Abbiamo chiesto all'amministrazione di fare un'analisi organizzativa delle attività cosiddette smartabili - segnala Achille Pagliaro segretario Aziendale della Cisl Fp - coinvolgendo tutte le Unità Operative per aprire il più possibile le opportunità e di promuovere attraverso la formazione una cultura del lavoro più aderente alle esigenze delle famiglie. Certo - prosegue il sindacalista - è uno strumento che raggiunge un segmento ristretto di lavoratori, in particolare coloro che non hanno un contatto diretto con pazienti e utenza, ma va ad aggiungersi agli altri istituti quali il part-time, le ferie solidali e il part-time flash». Circa un migliaio i dipendenti che, nel concreto, alla fine potrebbero avere i requisiti per lavorare da remoto.

L'ORGANIZZAZIONE
«Insieme a questo - interviene Luigi Spada della Uil Fpl - il nuovo contratto ci dà altri strumenti per rispondere ai bisogni di cura di familiari e figli per lavoratrici soggette a turni e ad un'organizzazione del lavoro complessa. La nostra ambizione è quella di costituire un decalogo di norme contrattuali che nel rispetto delle esigenze lavorative possa dare risposte concrete alle lavoratrici dell'azienda».
Il regolamento, in questo senso, rappresenta un punto di partenza fondamentale. «Ci auguriamo - conclude Nicole Zamprogna, Coordinatore Rsu - che questa esperienza diventi apripista per le altre aziende sanitarie della provincia superando le situazioni di emergenza pandemica verso soluzioni organizzative ordinarie e proiettate a modelli lavorativi avanzati».
L'Ulss 6 Euganea è stata tra le prime aziende sanitarie d'Italia a regolamentare lo smartworking (ben prima dell'avvento del Covid). Oggi all'Ulss lavorano da casa 400 dipendenti sui 7mila complessivi: sono perlopiù tecnici e amministrativi.

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