L'allarme: «Padova est mai così inquinata d'estate»

Lunedì 2 Settembre 2019 di Gabriele Pipia
L'allarme: «Padova est mai così inquinata d'estate»
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PADOVA - «La zona di Padova Est non è mai stata tanto inquinata». L’allarme arriva da Legambiente, che ieri ha diffuso i dati riguardanti l’inquinamento da ozono incalzando le istituzioni: «Spiegateci perché quest’anno si registrano valori così elevati?». È come sempre Lucio Passi, responsabile delle politiche antismog, ad entrare nel merito: «Confrontando il dato al 31 agosto 2019 con quelli complessivi degli anni precedenti, balza subito all’occhio l’anomalia di questo periodo estivo a Padova est. Nelle  due stazioni di rilevamento Arpav posizionate in via Internato Ignoto e in via Carli dall’inizio dell’anno al 31 agosto sono stati registrati il doppio degli sforamenti totali dei tre anni precedenti. E la stagione non è ancora finita». 
I NUMERI
In via Internato Ignoto in tutto il 2016 erano stati registrati 11 giorni di superamento del limite giornaliero (120 microgrammi per metro cubo d’aria), 25 in tutto il 2017, 24 in tutto il 2018. Al 31 agosto 2019, invece, i giorni di sforamento sono stati ben 52. Analoga la situazione registrata dalla centralina di via Carli: 20 giorni in tutto il 2016, 33 nel 2017, 30 nel 2018, 55 al 31 agosto 2019.
LE CAUSE
«Le centraline a Padova est – sottolinea Passi - sono state posizionate per monitorare le emissioni degli inceneritori, ma non c’è dubbio che la qualità dell’aria risenta del forte traffico della zona direzionale. La situazione è ancor più anomala se si considera che la centralina Arpav della Mandria, che misura l’inquinamento di fondo, al 31 agosto ha registrato 39 superamenti, mentre negli anni precedenti registrava valori largamente superiori a quelli di Padova est. Legambiente non azzarda ipotesi sul perché di questa controtendenza e chiede a Comune ed Arpav di spiegare questa notevole differenza tra il 2019 e gli altri anni». 
LE RICHIESTE
«Sia a Padova est che alla Mandria – insiste Passi – ad oggi i giorni di superamento sono ben al di là del limite annuale, fissato a 25. Dunque, con buona pace di chi vorrebbe nuovi parcheggi in centro, grandi attrattori di traffico e quindi fonte di inquinamento (Pm10 e Ozono) serve un cambio di passo nella lotta allo smog. Va limitato seriamente il traffico privato e vanno promosse modalità sostenibili di trasporto di persone e merci. In primo luogo bisogna puntare alla riorganizzazione della politica della sosta. Servono parcheggi esterni all’area centrale collegati ad una efficiente struttura di trasporto pubblico, a partire da quelli dell’Euganeo o della Fiera collegabili subito ad una navetta. E poi mancano i parcheggi scambiatori al capo di radiali come via Po, San Marco, Armistizio, Chiesanuova. Aspettando il nuovo tram - chiude Passi - è essenziale rendere più frequenti le corse dei bus, anche arrivando a forme di tariffazione per scoraggiare l’utilizzo delle auto e per finanziare il servizio, non dimenticando di organizzare il car pooling urbano (auto condivise) e di potenziare car sharing e utilizzo delle biciclette».
Gabriele Pipia
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Ultimo aggiornamento: 15:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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