Il Covid si porta via Franco Lachin, fondatore del Padova Millennium Basket

Mercoledì 19 Maggio 2021 di Giovanni Pellecchia
Franco Lachin con la moglie Silvana Vettorello


PADOVA - Ieri mattina all’ospedale di Montebelluna, dov’era ricoverato da una quindicina di giorni, a causa delle sopraggiunte complicazioni per la malattia è improvvisamente mancato Franco Lachin. Avrebbe compiuto 62 anni il 27 maggio. “Coco”, com’era chiamato dagli amici, lascia la moglie Silvana Vettorello, la compagna di una vita, che aveva sposato nel 1985.
Nativo di Aviano, poi si era trasferito con la famiglia a Venezia dove, in una struttura specializzata per la poliomelite, aveva conosciuto appunto la stessa Silvana. Marito e moglie risiedevano ora in una frazione di San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso. Dove, covid permettendo (era risultata positiva anche la moglie), sabato mattina alle 10 si dovrebbero tenere anche le esequie. «Non hanno figli, ma sono i genitori di tutti» ricordano gli amici, che in queste ore si sono stretti attorno a Silvana.
Entrambi, tra l’altro, grandi amanti dello sport: già insieme nell’Aspea Padova; il 15 maggio 1999 con un gruppo di altri amici, sono stati tra i fondatori del Padova Millennium Basket, di cui furono poi tra i “pionieri” anche in qualità di giocatori. Proprio la società, ora ai vertici nazionali della pallacanestro in carrozzina, è stata ieri la prima a comunicare la ferale notizia: «Socio fondatore del Padova Millennium Basket Onlus – si legge sulla pagina Facebook - Franco Lachin è stato per oltre vent’anni una figura storica e insostituibile di questa società, lavorando spesso dietro le quinte ma mettendoci sempre tanto cuore e passione. Il nostro abbraccio in questo momento va soprattutto al presidente Silvana Vettorello, che di Franco è stata la compagna di vita, e alla quale tutta la famiglia del Pmb desidera ribadire le più sentite condoglianze e la propria vicinanza». 
Franco Lachin, che si definiva “maestro d’arte”, era ormai pensionato da diversi anni: in precedenza, aveva lavorato dal 1981 al 2000 alla Segreteria Studenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia; ed in seguito, ottenuto il trasferimento nelle sede staccata di Treviso, dal 2000 al 2010 al Centro Interdipartimentale su Cultura e Economia della Globalizzazione. Ma era anche, come detto, un grande appassionato di sport. «Quest’anno, per una serie di motivi, si era visto poco in palestra – spiega Diego Castellan, grande amico e vicepresidente del PmB - un po’ per il timore di questa pandemia; ed anche per il fatto che, a seguito di altre patologie, ormai si affaticava facilmente. Ma nessuno poteva immaginare un decorso così repentino e tragico, legato alla comparsa di una doppia polmonite bilaterale: dapprima il ricovero a Castelfranco in terapia intensiva, poi il suo trasferimento a Montebelluna, fino alla notizia giunta improvvisa durante la mattinata. Franco era per noi, davvero, come un “secondo papà”. Ma forse anche qualcosa di più: un amico, un fratello sulla cui spalla ci si poteva appoggiare, ricevendo un aiuto o un consiglio. Sempre prodigo di pareri». «Amava qualsiasi tipo di sport, ma il basket in modo particolare: oltre a fondare la società, una ventina di anni fa con un gruppo di amici, aveva fortemente voluto anche la sezione per i bambini; nella quale, prima di entrare nel direttivo, era stato allenatore. E del basket in carrozzina, anche più di recente, andava anche nelle scuole a parlare». Proprio con un torneo di giovanile, appena sarà possibile la presenza del pubblico, la società del Padova Millennium Basket intende ricordarlo: «Si deve andare avanti, anche Franco avrebbe voluto così» ha confidato Silvana Vettorello, presidente della società.
 

Ultimo aggiornamento: 18:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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