Isabella Noventa, le tappe del giallo: 5 anni di processo, il cadavere mai ritrovato

Domenica 28 Marzo 2021
Isabella Noventa, le tappe del giallo: 5 anni di processo, il cadavere mai ritrovato

Con le motivazioni della sentenza di Cassazione che il 18 novembre scorso ha confermato le condanne dei tre assassini, si chiudono 4 anni di processi per l'omicidio di Isabella Noventa.

Trent'anni di carcere a Freddy Sorgato, 51 anni autotrasportatore di Noventa Padovana, e per la sorella Debora, 49 anni, padovana, di professione colf. Condannati per omicidio volontario con l'aggravante della premeditazione, soppressione e distruzione di cadavere. Sedici anni e dieci mesi di reclusione per la tabaccaia di Camponogara Manuela Cacco, 57 anni, accusata di concorso negli stessi reati, atti persecutori e simulazione di reato. Confermati anche i risarcimenti ai familiari della vittima, quantificati in complessivi 900 mila euro, e all'ex marito Piero Gasparini (100 mila euro) difeso dall'avvocato Ernesto De Toni. Ecco le tappe della vicenda.

15 gennaio 2016: la scomparsa

Isabella Noventa, 55 anni, segretaria, scompare tra il comune di Albignasego e il centro di Padova. Seguono giorni di estenuanti ricerche. 

16 febbraio 2016: il fermo dei tre

Freddy Sorgato, Debora Sorgato e la tabaccaia Emanuela Cacco vengono fermati con l'accusa di omicidio premeditato in concorso. Il corpo di Isabella non è stato trovato (e non lo sarà mai) ma gli inquirenti sono certi sia stata uccisa. Viene fuori che la donna col piumino bianco ripresa dalle telecamere di sicurezza in Piazza dei Signori la sera della scomparsa di Isabella, il 15 gennaio 2016, non era Isabella, ma una sua controfigura, ovvero una delle due donne fermate. Si ipotizza il movente passionale: Emanuela Cacco, era legata sentimentalmente a Freddy Sorgato, ex fidanzato di Isabella. 

Giugno 2017: la sentenza di primo grado

Dopo sei ore di camera di consiglio, al termine di un giudizio abbreviato, il giudice Tecla Cesaro emette il verdetto. Freddy Sorgato e la sorella Debora vengono condannati a 30 anni di carcere in quanto ritenuti responsabili di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e di soppressione di cadavere.

Secondo la ricostruzione fatta dalla squadra Mobile (coordinata dal Pm di Padova Giorgio Falcone), che si è avvale della collaborazione della tabaccaia Emanuela Cacco, Freddy e Debora Sorgato hanno assassinato Isabella la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 a casa di Freddy. Dopo averle messo un sacco in testa, l'hanno colpita alla testa con una mazza, poi hanno fatto sparire il corpo nel Brenta. Poi la messa in scena con la Cacco che indossa il giubbetto di Isabella e cammina in centro a Padova, di notte, per farsi riprendere dalle telecamere, simulando così un allontanamento volontario della vittima. Movente dell'omicidio, la gelosia di Debora nei confronti di Isabella, di cui il fratello Freddy era succube.

10 ottobre 2018: la sentenza d'Appello

A Venezia, la Corte d'Assise d'appello mantiene quanto deciso in primo grado: 30 anni per i fratelli Sorgato, 16 anni e 10 mesi per Emanuela Cacco.

18 settembre 2019: la villa venduta all'asta

Viene venduta all'asta la villa di Freddy Sorgato, omicida reo confesso di Isabella Noventa. La casa di via Sabbioni, dove è avvenuto l'assassinio, viene aggiudicata ad una 33enne padovana per la cifra di 261.750 euro, la base d'asta era 255.750 euro. Il denaro, però, alla famiglia Noventa non arriverà mai. La 33enne alla fine rinuncerà alla proprietà, rimettendoci 25 mila euro già versati come acconto. L’8 ottobre 2020 l'immobile viene di nuovo battuto all’asta a 341 mila euro e un uomo si fa avanti per acquistarla. L'offerta viene però considerata troppo bassa e così Paolo Noventa, affiancato dal suo legale Stefania Lazzaro, chiede e ottiene dal Tribunale l’assegnazione della villa.

18 novembre 2020: la sentenza di Cassazione

Diventano definitive le condanne in secondo grado di Freddy Sorgato, della sorella Debora e della tabaccaia Manuela Cacco. Il ricorso dei tre imputati per l'omicidio della segretaria 55enne di Albignasego vengono rigettati dalla Corte di Cassazione.

Ultimo aggiornamento: 17:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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