È padovano l'inventore del pianoforte: realizzò il primo nella sua bottega a metà Seicento

Giovedì 22 Agosto 2019 di Adriano Favaro
È padovano l'inventore del pianoforte: realizzò il primo nella sua bottega a metà Seicento
Si comincia a far luce sull'arte di Bartolomeo Cristofori che a metà Seicento realizzò per primo nella sua bottega artigianaquesto strumento musicale. Anche Google ha reso omaggio al genio padovano con il classico doodle.

IL PERSONAGGIO
Il doodle di Google che lo ha celebrato si trova in internet ed è l'omaggio più famoso a Bartolomeo Cristofori, padovano, inventore del pianoforte. Dinamico ed interattivo il sistema fa capire la differenza tecnologica tra clavicembalo e pianoforte e permette di suonare (forte o piano) la melodia della Corale della Cantata 147 di Johann Sebastian Bach. «Si può rimanere sorpresi di fronte al nome di Cristofori dice Gian Paolo Pinton, sociologo, esperto  in comunicazione ed eventi come lo fui io, cinque anni fa, quando mi proposero di collaborare per far conoscere il nome di questo grande artigiano. Penso che ancora nove padovani su dieci non sappiano chi sia Bartolomeo Cristofori. Dal Cristofori chi ? (anche se Padova lo celebrò nel 1955 ndr) al Festival pianistico internazionale del Pianoforte a Padova il passo è stato possibile grazie alla collaborazione di molte persone come la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo».
LA RASSEGNAIl festival - nato nel 2015, lo stesso anno del doodle che ricordava i 360 anni della nascita dell'inventore (1655-1732) - e organizzato dall'Associazione Bartolomeo Cristofori-Amici del conservatorio Pollini, riparte quest'anno, terza edizione, dal 16 al 29 settembre in collaborazione con Comune di Padova e Regione del Veneto e si svolgerà oltre che a Padova anche ad Adria e Rovigo. Assieme a pianisti di fama internazionale le nuove generazioni di musicisti i talenti emergenti selezionati tramite audizioni; la città di Padova sarà invasa da pianoforti e concerti (classica ma anche jazz) che si terranno nelle più belle sale patavine, in altri luoghi pubblici compresa una cena a tema musicale.
«Il nome di Cristofori spiega Pinton - dovrà essere pronunciato ancora a lungo prima che possa diventare in tutto il mondo un marchio per la città come lo è Galileo o come per altri luoghi Vivaldi o Tartini». 
Il più antico dei tre pianoforti costruiti dal genio padovano compie quest'anno 300 anni e si trova a New York, gli altri due stanno uno a Roma, Museo internazionale degli strumenti e l'altro a Lipsia. I tre strumenti sono firmati con la scritta: Bartholomaeus de' Christophoris Patavinus inventor faciebat Florentiae....
IL PRIMATONonostante questo e vinta da tempo la lunga discussione con l'area germanica su chi fosse stato l'inventore dello strumento tra i più riconosciuti al mondo - Cristofori resta ancora uno sconosciuto a Padova anche perché dei sui 33 anni vissuti in centro - bottega nella contrada Drio Duomo, amicizie e collaborazione con l'importante famiglia Papafava, riconoscimenti amplissimi per la sua capacità - si sa poco o niente. L'ultima ricerca l'ha compiuta per l'Università di Pavia, Michele Nisoli, che ha lavorato tra archivi e documenti scoprendo tra altre carte il testamento di Bartolomeo che indica eredi dei possedimenti terrieri a Grantorto, la nipote Laura e la sorella Elisabetta, sposata pavese, residenti a Dolo, in provincia di Venezia.
IL GRANDUCANon è Padova del resto la patria dell'invenzione del pianoforte bensì Firenze. Anche se bisogna dire che per questa creazione ci ha messo lo zampino il carnevale di Venezia del 1688 al quale partecipò il granduca Ferdinando de' Medici che fece sosta a Padova per poi prendere una imbarcazione, un burcio sulla Brenta per arrivare a Venezia. Ferdinando, mecenate, clavicembalista, conosce la fama di Cristofori e lo vuole con se: negli archivi toscani ci sono ancora le fatture di pagamento degli strumenti costruiti dal liutaio padovano che sovrintende all'apparato musicale dei medici. Lavora nella sua bottega vicino agli Uffizi fino a realizzare le modifiche meccaniche del primato mondiale: nel clavicembalo le corde erano pizzicate, nel suo pianoforte sono percosse. Idea tra genialità e sensibilità culturale perché il clavicembalista fiorentino Giovanni Maria Casini, contemporaneo di Cristofori, scriveva che bisognava render su gli strumenti il parlar del cuore, ora con delicato tocco d'angelo, ora con violenta irruzzione di passioni; per lui come per Scarlatti e altri il cembalo non completava tutto l'esprimere di sentimento umano. La rivoluzione cristoforiana viene testimoniata anche nel famoso articolo pubblicato nel 1711 dal letterato Scipione Maffei che nel Giornale dei letterati d'Italia descrive lo strumento e ne riporta un preciso schema tecnico-meccanico. Inutile discutere: è lui l'inventore anche se i costruttori di pianoforte poi saranno inglesi, francesi, tedeschi. 
Il destino della dimenticanza che accompagna il genio padovano è anche nella sua immagine: di lui esisteva un unico ritratto ad olio, opera del 1726 che lo ritraeva accanto ad uno strumento a tasti, in mano un foglio con disegno della meccanica a martello e la scritta Bartolomeo Cristof, sullo sfondo Firenze. Il ritratto, scoperto da uno studioso tedesco nel 1934 e comprato per il Museo degli strumenti di Berlino fu distrutto durante la guerra. Oggi ne rimangono solo alcune riproduzioni.
Adriano Favaro 
Ultimo aggiornamento: 17:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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