Inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto, le intercettazioni. Rigoli: «Mica sono cinesi questi»

Sabato 24 Dicembre 2022 di Marco Aldighieri
Inchiesta sui tamponi rapidi in Veneto, le intercettazioni.

PADOVA - Filtrano i contenuti di alcune intercettazioni dall'inchiesta sull'acquisto dei tamponi rapidi in Veneto da parte di Azienda Zero durante l'esplosione della pandemia di Covid. Intercettazioni che risalgono all'agosto del 2020 quando la Procura di Padova, attraverso il pubblico ministero Silvia Golin, stava indagando su Azienda Zero per un altro motivo: nel mirino c'erano gli appalti dei pasti negli ospedali veneti. Ora sono state invece acquisite dal sostituto procuratore Benedetto Roberti, titolare del fascicolo sui tamponi rapidi originato dall'esposto presentato dal professore e oggi senatore del Pd Andrea Crisanti, che ha sempre contestato la precisione dei test rapidi antigenici per Covid 19 dell'azienda Abbott. Secondo Crisanti, l'allora direttore della Microbiologia dell'Ussl di Treviso, Roberto Rigoli non avrebbe eseguito i corretti test sui tamponi rapidi.

Per gli inquirenti, ha qualche significato un colloquio telefonico del 28 agosto 2020, quando Rigoli insieme all'allora direttrice di Azienda Zero Patrizia Simionato stava per far partire l'ordine d'acquisto per i tamponi della Abbott. «Patrizia allora ho fatto il primo - dice Rigoli -, sono andato a prendermi un positivo di corsa... gli ho cacciato... non l'ho neanche fatto parlare...», chiosa il dottor Rigoli, mentre racconta come ha testato un tampone rapido della Abbott su un paziente positivo.

Test rapidi Abbott, le intercettazioni


Alle 9.30 di quel 28 agosto è la Simionato ad avere chiamato Rigoli: «Volevano capire se Abbott dichiari idoneo sto prodotto o meno», dice la direttrice. «Allora, io sto cercando la Abbott - risponde Rigoli -, è quello che ti sto dicendo perché sti deficienti qua non sono neanche passati, no? Allora ho la scheda tecnica e basta, adesso sto cercando». I due parlano poi del prezzo che deve avere il tampone rapido: «Patrizia allora io ti dico questo - dice Rigoli -, faccio un ragionamento così adesso terra terra perché la Abbott è una multinazionale che avrà anche pelo sullo stomaco, ma grosse c...te non ne butta fuori; allora io condivido che tu vai avanti, io li provo oggi e intanto tu vai avanti con tutta la parte burocratica dell'acquisto».

I due discutono sulla reale efficacia dei tamponi della Abbott e Rigoli torna alla carica: «Io direi che andiamo avanti, andrei già ad acquistarli. Cioè, ma voglio dire, li usano in America! Adesso, va bene tutto: se sono quelli cinesi anche no, capisci? Ma Abbott è americano. Guarda, adesso aspettiamo, almeno vedo la confezione perché poi dopo è bene controllare la confezione». E Simionato lo supporta nella scelta: «Dopo se abbiamo da contestarli, li contestiamo».

Passa un'altra ora e i due si sentono ancora al telefono perché devono accertarsi di avere avvisato il governatore Luca Zaia. «Fai una cortesia - dice Simionato - hai avuto modo tu di fare un passaggio con il presidente?». «Gli stavo scrivendo il messaggino - risponde Rigoli -, gli stavo scrivendo ciao presidente ho fatto già la prima prova. Perché il concetto che gli scrivo è ho fatto già la prima prova. Ho scritto la direttrice Simionato ha già proceduto per acquistarne 240 mila».


Le indagini sui tamponi rapidi


Colloqui che rendono il clima frenetico e di estrema urgenza vissuto in quei giorni da chi stava in prima fila nel contrasto al Covid, anche se apparentemente non tali da evidenziare rilievi di carattere giudiziario. Sia Rigoli che la Simionato sono al momento indagati dalla Procura padovana. Rigoli, il primario dell'ospedale di Treviso che era stato chiamato a coordinare le microbiologie del Veneto, in concorso con Simionato dovrebbe rispondere di falsità ideologica in atti pubblici commessa dal pubblico ufficiale e turbativa nel procedimento di scelta del contraente. Sempre Rigoli, è sotto inchiesta per l'ipotesi di depistaggio commesso in concorso con il dottor Enrico Bernardo primario del pronto soccorso di Treviso, la cui posizione peraltro è già stata archiviata. Nel corso dell'indagine Rigoli, secondo l'accusa, ha prodotto alla Finanza documentazione fasulla che attestava l'effettuazione e le buone regole di congrui campioni di prova del prodotto Abbott, avvenuti presso il pronto soccorso di Treviso, ed avrebbe indotto il dottor Bernardi ad avallare presso gli inquirenti le proprie tesi difensive su quei campioni positivi.
 

Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 20:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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