Intasca i soldi delle tasse, clienti beffati per 500.000 euro, ragioniere alla sbarra

Martedì 11 Maggio 2021 di Luca Ingegneri
INDAGINI - L'operazione è stata eseguita dagli uomini della Guardia di Finanza
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PADOVA - Si fidavano ciecamente di quel professionista cui avevano delegato tutti gli adempimenti di natura fiscale. Peccato che il fisco non abbia incassato un solo centesimo dei soldi, 529.997 euro complessivi, usciti dalle loro tasche. Sono ventidue i clienti raggirati, secondo l’accusa, dal ragionier Giancarlo Antonello, 63enne titolare della ditta “Elaborazione dati 2G” con sede in viale Europa. Saranno parte civile al processo contro il contabile, accusato di appropriazione indebita, con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera, esercizio abusivo della professione di dottore commercialista e di esperto contabile nonché di soppressione della corrispondenza.

Il processo è a ruolo domani davanti al giudice monocratico. Ma a carico di Antonello è ormai in dirittura d’arrivo una seconda inchiesta per gli stessi reati, coordinata anch’essa dal pubblico ministero Andrea Girlando. É la diretta conseguenza della denuncia presentata da un artigiano di Tombolo, titolare di una ditta individuale (assistito dalle avvocatesse Monica e Michela Bellon) che nel periodo 2015-1019 avrebbe corrisposto ad Antonello versamenti per oltre 92mila euro a fronte di cartelle esattoriali per un importo di circa 76mila euro. Secondo l’ex cliente il contabile si sarebbe intascato 35mila euro. Un secondo artigiano, ora in pensione, tutelato dall’avvocato Claudio Todesco, avrebbe subìto lo stesso trattamento. E in questo caso gli ammanchi, verificati dalla Guardia di finanza di Cittadella, sarebbero di alcune decine di migliaia di euro.


L’INCHIESTA
A dare il via alla prima inchiesta, quella che sta per approdare in aula, sono stati i titolari di una ditta artigiana del Cittadellese. Si fidavano di Antonello. E non si erano insospettiti quando dal suo studio era arrivata la comunicazione dello stop ai versamenti fiscali direttamente in banca con il bollettino F24. Alla vigilia delle scadenze gli importi andavano consegnati direttamente al professionista. Così, per cinque anni, dal 2012 al 2017, gli artigiani avevano consegnato ad Antonello assegni bancari in serie (166mila euro complessivi) per pagare i contributi Inail, Inps e della Camera di commercio, oppure per saldare Iva, Ici (poi Imu), Irap e Tasi. Il giochetto era stato scoperto quando erano arrivati in ditta i primi avvisi di accertamento dell’Agenzia delle Entrate. Antonello aveva provato a tranquillizzare i clienti sostenendo che si trattava di errori ma il suo castello di bugie era ben presto crollato di fronte ad un lungo elenco di mancati versamenti.

Ultimo aggiornamento: 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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