Infortuni sul lavoro in calo ma non per la gravità: più alto il numero dei morti

Venerdì 29 Luglio 2022 di Serena De Salvador
Un recente incidente purtroppo mortale, sul lavoro nei campi

PADOVA - Poco meno di 13mila. Tante sono state nel 2021 le segnalazioni di infortunio sul lavoro presentate in provincia di Padova. Un calo del 9,5% rispetto alle 14.328 dell’ultimo anno prima della pandemia (il 2019). Da un lato è il segno dell’aumento dell’impegno sul fronte sicurezza da parte delle imprese, ma dall’altro è anche la dimostrazione che i numeri restano altissimi, in linea con l’andamento nazionale, e che la strada da fare è ancora tanta. A renderlo esplicito è anche il fatto che, a fonte del decremento di infortuni, i morti sono aumentati passando dai 18 del 2019 ai 21 dell’anno scorso.
 

LE CIFRE
I dati sono forniti da Fabbrica Padova, il centro studi di Confapi (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) sulla base della relazione annuale dell’Inail presentata lunedì in Parlamento. «Diminuiscono gli infortuni sul lavoro. Ma purtroppo aumentano quelli con esito mortale. Un rilievo che impone di tenere i riflettori puntati sul tema – spiega l’associazione di categoria – I dati mostrano che gli sforzi fatti dalle imprese per affrontare il problema della sicurezza hanno dato i loro frutti, ma non si può abbassare la guardia».
Nel 2021 le denunce di infortunio sul posto di lavoro nel Padovano sono state 12.969, che pongono la provincia euganea quarta in Veneto dopo Verona, Vicenza e Treviso. Un +6% rispetto al 2020 (12.225) quando però a causa del Covid moltissime attività furono bloccate o fortemente rallentate. È però confrontando il numero di segnalazioni dell’anno scorso con i periodi prepandemici che si nota una netta diminuzione: -9,5% rispetto alle 14.328 denunce del 2019 (1.359 casi in meno) e -10,4% delle 14.469 del 2018 (1.500 episodi in meno). I dati comprendono anche tutti i casi di infortunio per contagio da coronavirus e pure gli infortuni “in itinere”, ossia quelli che si verificano mentre il dipendente va o torna dal posto di lavoro, che pesano per il 14% del totale.
I dati padovani rispecchiano quelli veneti, dove si registrano 70.489 denunce di infortunio nel 2021 contro le 77.421 del 2019 (6.932 in meno, il -9%).
Resta drammatico invece il resoconto degli infortuni mortali che nel 2021 sono stati 21, in aumento sia rispetto all’anno precedente quando furono 17 e sia sul 2019, quando si registrarono 18 morti bianche. Anche in questo caso, il rilievo include i decessi collegati al Covid. Non solo. Quello padovano è un dato in controtendenza rispetto al resto del Paese, in cui si rileva un calo medio della mortalità pari al 4% (da 1.270 vittime nel 2020 a 1.221 del 2021).
 

LA LETTURA
«L’andamento generale denota una tendenza positiva, ma i numeri restano troppo alti e devono spingere a riflettere su un tema che richiede chiarezza normativa oltre a sensibilità e innovazione da parte delle aziende – spiega Andrea Tiburli, presidente di Unionmeccanica Confapi Padova e titolare d’impresa – Nell’uscita dalla pandemia la ripresa delle attività produttive deve andare di pari passo con la salute e la sicurezza sul lavoro. Fino a quando le vittime non saranno zero non avremo raggiunto l’obiettivo».
«I datori di lavoro oggi hanno a disposizione gli strumenti per investire in sicurezza senza costi aggiuntivi – prosegue Tiburli – come quelle del bando Isi Inail o i fondi stanziati dall’Unione europea con il programma Next Generation EU: è un’occasione unica per sviluppo, investimenti e riforme che l’Italia ha l’obbligo di utilizzare, anche per migliorare la tutela dei lavoratori, puntando su formazione e cultura della sicurezza. La formazione è un tassello imprescindibile».

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci