Influenza aggressiva, assalto al pronto soccorso con picchi di oltre 100 bimbi al giorno

Il dg Dal Ben: «Vaccinato solo il 10% dei piccoli, dato gravemente insufficiente se vogliamo proteggere noi stessi e i nostri figli. La mascherina resta il modo più importante per proteggersi».

Giovedì 8 Dicembre 2022 di Alberto Degan
Pronto soccorso pediatrico, assalto di bambini contagiati
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PADOVA - «Stiamo parlando di numeri mai visti nella storia del pronto soccorso pediatrico degli ultimi 30 anni». Le parole della professoressa Liviana Da Dalt, direttrice del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino dell'Azienda Ospedale-Università lasciano intendere il clima di emergenza che in questo momento sta attraversando il pronto soccorso pediatrico. Durante la conferenza d'aggiornamento sull'andamento dell'incidenza del Covid e del virus influenzale, con il dato dei 50mila padovani colpiti dall'influenza, è emerso come le ultime 4 settimane siano state di grosso impegno nel gestire l'affluenza dei piccoli malati. Secondo quanto condiviso dal direttore generale Giuseppe Dal Ben, infatti, le fasce più gravemente colpite dall'influenza sono quelle dei neonati da 0 a 4 anni e dei bambini da 5 a 12 anni, nel primo caso si parla del quadruplo rispetto al resto della popolazione dei contagiati mentre nel secondo del doppio.

IL QUADRO
Nell'ultimo mese al pronto soccorso pediatrico si contano tra 650 e 700 accessi settimanali, il dato è aumentato del 45% rispetto alla media. Solitamente il numero, in questo periodo dell'anno, si aggira attorno ai 500 accessi complessivi distribuiti nei sette giorni. «Ci troviamo in piena epidemia influenzale - spiega Da Dalt - ed i bambini, chiaramente, sono i più interessati: l'aumento del flusso in Pronto soccorso ha superato le medie storiche dei 70 o 80 bambini al giorno, in questo momento ci aggiriamo attorno ai 110 al giorno con dei picchi anche superiori nel fine settimana. È importante sottolineare come, in tandem con il virus influenzale, vi siano anche altre tipologie di virus che possono attaccare i più piccoli.

Come, ad esempio, il virus respiratorio sinciziale o Vrs: può colpire chiunque, ma nei soggetti di minore età può provocare anche gravi conseguenze che necessitano di ricovero. Per dare un'idea: il 10% dei lattanti colpiti dall'influenza finisce ricoverato in ospedale, mentre nel caso del virus sinciziale arriviamo anche al 70%».

IL CORONAVIRUS
Per quanto riguarda i contagi da Covid tra i minori, Padova si assesta su una curva piatta, indice di stabilità, sia in termini di affluenza al pronto soccorso che in termini di ricoveri, che al momento segnano dei numeri minori rispetto a quelli del virus influenzale. Nell'ultima settimana, quindi dal 30 novembre a ieri, sono stati registrati 317 accessi in pronto soccorso pediatrico per Covid rispetto ai 345 per altri motivi (tra cui, gran parte per influenza o virus stagionali), con un ricovero Covid rispetto ai 30 non-Covid.
«Gli accessi al pronto soccorso sono davvero sorprendenti nell'ultimo periodo, anche se non riguardano solo il virus influenzale. Possiamo assicurare che il decorso dell'influenza nel bambino è prevalentemente buono, solo una piccolissima fetta dei numerosi influenzati ha poi la necessità di un ricovero e questo, spesso, è dovuto alla preesistenza di altre malattie o da una particolare carenza di difese immunitarie. Il consiglio che possiamo dare alle famiglie per capire quando effettivamente preoccuparsi per la salute del proprio figlio è nel caso in cui abbia: una febbre con sintomi di particolare rilievo come una fatica respiratoria, la difficoltà nell'alimentazione o un abbattimento generale del bambino che va al di là della temperatura della febbre».

LA PREVENZIONE
Secondo i dati raccolti dall'Azienda ospedaliera la copertura vaccinale antinfluenzale tra i bambini è fortemente carente. «I dati sono ancora insufficienti per determinare se questa influenza sia più o meno grave degli anni scorsi - aggiunge Annamaria Cattelan, direttore del reparto di Malattie infettive -, è certo però che vi è molta più incidenza, cioè si diffonde più velocemente. Il picco impressionante di contagi lo notiamo anche perché nel 2020 e 2021, anni di piena pandemia coronavirus, l'utilizzo delle mascherine ha calmierato sensibilmente l'incidenza dell'influenza. Ora che sono state allentate le norme di sicurezza i virus sono tornati a circolare più liberamente ed i bambini in primis ne sono i principali vettori di diffusione».
Il direttore generale Giuseppe dal Ben, infine, ha sottolineato l'importanza delle vaccinazioni. «Continua ad essere necessario prevenire il più possibile le infezioni e in questo la mascherina rimane lo strumento più importante per proteggere e proteggersi - sottolinea Dal Ben -. Le vaccinazioni sono fortemente consigliate, perché in questo modo abbiamo una ulteriore protezione dalle gravi conseguenze delle infezioni. Al momento solo il 10% dei bambini è vaccinato e questo è un dato gravemente insufficiente se vogliamo proteggere noi stessi e i nostri figli».

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 10:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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