Aumenta l'inflazione, per le famiglie fare la spesa diventa sempre più caro

Lunedì 27 Febbraio 2023 di Alberto Rodighiero
ECONOMIA - A Padova e provincia l'inflazione a gennaio ha toccato un più 10.3%
PADOVA - Anche se negli ultimi mesi l’aumento dell’inflazione ha registrato una leggera battuta d’arresto (a settembre si è superata quota 12,5%) i prezzi in città continuano a correre. L’ultimo dato disponibile, quello di gennaio, parla infatti di un +10,3% rispetto a gennaio 2022. Se si tiene conto poi che già a gennaio dell’anno scorso l’inflazione segnava un +4% rispetto allo stesso periodo del 2021, è evidente che il costo della vita a Padova rispetto al periodo pre Covid ha registrato un aumento che non si vedeva dagli anni Ottanta (si è raggiunto il massimo valore medio dell’inflazione a livello nazionale nel 1980 con il 21,2%).

L’ANDAMENTO
Un aumento che è iniziato timidamente nel 2021, che ha registrato una fiammata nell’autunno dello stesso anno quando hanno iniziato a salire i costi di gas e petrolio, che ha segnalato un altro incremento con l’inizio della guerra in Ucraina e che è letteralmente esploso alla fine della scorsa estate, quando il prezzo del gas ha superato i 300 euro per megawattora. Come detto, anche nella città del Santo sono quasi due anni che il costo della vita registra una preoccupante risalita.
Nel 2021 infatti, dopo la flessione del 2020 (Italia -0,2%, Padova -0,3%), i prezzi sono cresciuti rapidamente (Italia +1,9%, Padova +2%), registrando l’aumento più ampio dal 2012 (Italia +3%, Padova +2,7%). Alla ripresa generale dei consumi dopo il lockdown del 2020 si è accompagnata quella dei prezzi. Una risalita che esplode l’anno scorso e che rischia di non rientrare neppure quest’anno. Non solo.  I prezzi stanno aumentando in tutta Italia ma a Padova il costo della vita cresce più che altrove: i dati Istat sull’inflazione vedono città e provincia al 1° posto in Veneto e al 14° nazionale.
Il confronto tra dicembre 2021 e dicembre 2022 è eloquente: in un anno l’aumento generale è stato dell’11,8%, leggermente sopra la media nazionale (11,6%). Una risalita che colpisce soprattutto il comparto energetico. A gennaio, per esempio, l’energia elettrica a Padova rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ha registrato un +82,3%, il gas naturale un +46,4%, mentre il gasolio per i mezzi di trasporto, già carissimo, si attesta a +14,8%.
Rincari che hanno come conseguenza diretta anche aumenti più che significativi sui generi di prima necessità, a partire dagli alimentari. Per avere un’idea del fenomeno, a gennaio il latte a lunga conservazione ha registrato un 35,7% di rincaro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente;  il burro +33,1%, lo zucchero +63,2%, la carne suina +15%.
A conferma di questo c’è un recente studio di Coldiretti che spiega che l’anno scorso i padovani per acquistare pane e pasta hanno speso 43 milioni di euro in più rispetto al 2021. A titolo di esempio, la verdura è costata quasi 39 milioni di euro in più mentre per la carne l’esborso aggiuntivo è di 37 milioni. Sono questi gli alimenti che stanno maggiormente risentendo dell’aumento delle materie prime necessarie per la loro produzione. Al quarto posto ci sono latte formaggi e uova (+30 milioni di euro), che precedono pesce e frutta (+16 e +15 milioni di euro). Seguono olio, burro e grassi (+13 milioni), che è però la categoria che nel 2022 ha visto correre maggiormente i prezzi, e le bevande analcoliche, dal caffè alle acque minerali fino ai succhi (+13 milioni). Chiudono la classifica degli aumenti confetture, miele, cioccolato, dolci e sale, condimenti e alimenti per bambini (+7 milioni).

L’ANALISI
«Non c’è dubbio che tutto il comparto del commercio stia soffrendo a causa dell’aumento dei prezzi – ha commentato il presidente Ascom, Patrizio Bertin – In questi mesi di inflazione alle stelle stiamo però assistendo a un fenomeno nuovo: i negozi di vicinato, contrariamente alla grande distribuzione, stanno andando maggiormente incontro alle esigenze dei clienti calmierando i prezzi e questo si sta rivelando una strategia vincente». Meno ottimista il presidente dell’Acc, Massimiliano Pellizzari: «Purtroppo i rincari delle materie prime sono costanti e obbligano i negozianti a rivedere i loro prezzi. Una circostanza che ha ripercussioni pesanti sul potere d’acquisto dei clienti che spesso devono decidere che cosa si possono permettere».
Ultimo aggiornamento: 17:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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