Inflazione, a Padova è la più alta da 40 anni. Le famiglie sborseranno 3 mila euro in più all'anno

Per il 2023 invece la crescita stimata del Pil sarà pari a zero. Confapi: «I consumi caleranno, la prospettiva è la recessione»

Sabato 29 Ottobre 2022 di Serena De Salvador
Inflazione alle stelle (foto d'archivio)

PADOVA - Prezzi che in un anno sono aumentati del 9,8%, famiglie che dovranno sborsare tremila euro in più all’anno, un prodotto interno lordo che avrà crescita zero. In altre parole, recessione. È il quadro dell’inflazione e del Pil padovani che Fabbrica Padova, centro studi di Confapi, ha elaborato sulla base dei dati Istat dello scorso settembre. Un quadro che, tra le città con più di 150mila abitanti, colloca il capoluogo euganeo tra i dieci con i maggiori rincari in Italia (nono posto), al secondo posto in Veneto (dietro solo a Verona) e al di sopra della media nazionale che è all’8,9%. Era dall’agosto 1983, trentanove anni fa, che il carrello della spesa dei padovani non subiva una tale crescita dei prezzi. Tra i fattori principali che comportano l’impennata vi sono due caratteristiche del territorio euganeo: i vertiginosi aumenti dell’energia che nel complesso pesano per la massiccia presenza di imprese (anche energivore) e il mercato immobiliare saturo che sta facendo lievitare i prezzi tanto degli affitti quanto degli immobili in vendita, entrambi ormai pressoché introvabili.

I numeri

Secondo i dati elaborati da Confapi Padova (l’associazione delle piccole e medie imprese), a livello italiano nel mese di settembre 2022 si stima che il Nic, l’indice nazionale dei prezzi al consumo (al lordo dei tabacchi), sia aumentato dello 0,3% rispetto al mese precedente e dell’8,9% in un anno. Parimenti non accenna a fermarsi l’impennata dei costi dei beni energetici (da +44,9% di agosto a +44,5%) sia regolamentati (da +47,9% a + 47,7%) sia non regolamentati (da +41,6% a +41,2%). Un quadro drammatico, che ancor più drammatico diventa in terra euganea. L’inflazione in un anno è arrivata al 9,8%: la media in Veneto è +9,4% e la città del Santo è la seconda con i maggiori rincari. Peggio solo Verona, con +9,9% in dodici mesi.

L’incremento percentuale più alto si registra a Catania (+11%), seguita a pari merito da Bolzano e Palermo (+10,8%). Poi Ravenna e Trento (+10,4%), Messina (+10,1%) e Bologna (+10%). Appena sotto la doppia cifra, appunto Verona e Padova. Il lato opposto della classifica è occupato da Aosta, la città con più di 150mila abitanti con i rincari più contenuti (+7,4%). Catanzaro e Torino la precedono rispettivamente con +7,6% e +7,7%. Per trovare a Padova un aumento dell’inflazione più alto di quello di settembre bisogna tornare indietro di quattro decadi, all’agosto 1983, quando fu dell’11%.

L'analisi

Se le percentuali si traducono in euro, il risultato è ancor più impietoso. Considerando che la spesa mensile di una famiglia veneta media nel 2021 era stimata in 2.562,57 euro, Fabbrica Padova calcola un aggravio di oltre 250 euro al mese nel 2022, che significa circa tremila euro in più all’anno. E non va meglio per il Pil, che pesa direttamente soprattutto sulle imprese, colpite sia dall’impennata delle bollette che dalle difficoltà (e dai maggiori prezzi) di approvvigionamento delle materie prime a causa del conflitto russo-ucraino. «Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rivisto al ribasso le previsioni nel suo World Economic Outlook, tagliando di 0,9 punti la stima sul Pil italiano del 2023, ora ipotizzata al -0,2%. Numeri da piena recessione – commenta Confapi – In Italia, la società di consulenza Prometeia ha analizzato i parametri delle 107 province stimando per Padova una crescita pari a 0, in linea con quella nazionale».
«Se l’inflazione cresce a questi ritmi i consumi sono destinati a calare e potrebbero esserci contraccolpi anche sui tassi d’interesse, gli investimenti e la produttività, col rischio di penalizzare anche l’export – spiega Carlo Valerio, presidente Confapi Padova – Un’inflazione di queste proporzioni potrebbe strozzare qualsiasi ipotesi di crescita in tutti i campi. Il nuovo governo dovrà mettere in campo le azioni per calmierare i prezzi e ottimizzare i consumi energetici, oltre a lavorare a una legge di bilancio sostenibile. L’Italia ha bisogno di una visione industriale che vada oltre le crisi legate all’attualità, affiancando alle misure urgenti una visione strategica di ampio respiro che sappia ridare impulso alla nostra economia».

Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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