Cittadella. «Sono stato frainteso». Così si difende l'infermiere accusato di aver drogato e violentato le sue pazienti

Il consulente tecnico della Procura ha scoperto che la 38enne che per prima ha denunciato ha assunto benzodiazepine, farmaco mai somministrato dai medici dell'ospedale

Lunedì 26 Dicembre 2022 di Marco Aldighieri
L'infermiere si è difeso dicendo di essere stato frainteso
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CITTADELLA - «Sono stato frainteso» ha detto agli inquirenti il 39enne Carlos Alberto Birro, l'infermiere in servizio all'Ospedale di Cittadella accusato di violenza sessuale aggravata su tre donne, mentre una quarta sarebbe stata vittima di una tentata violenza sessuale. L'uomo, originario del Guatemala ma cittadino italiano residente a Zanè in provincia di Vicenza, avrebbe drogato le pazienti per poi toccarle nelle parti intime. Le indagini da parte del pubblico ministero Roberto Piccione, titolare del fascicolo, sono scattate dopo la segnalazione da parte di una paziente di 38 anni. Secondo l'accusa la donna, ricoverata nei giorni 19 e 20 maggio di quest'anno, sarebbe stata più volte molestata dall'infermiere. La Procura ha nominato un consulente tecnico, il medico Donata Favretto, e ha disposto esami del sangue e delle urine sulla giovane paziente. Il risultato ha portato alla luce l'assunzione di benzodiazepine, mai somministrata da parte dei medici dell'Ospedale.

E, ancora per l'accusa, il farmaco sarebbe stato invece somministrato dall'infermiere alla 38enne per stordirla e approfittare di lei. Lo stesso meccanismo lo avrebbe messo in atto per altre due pazienti, nell'agosto e nel novembre dell'anno scorso.

La tentata violenza, invece, sarebbe stata subita da una ragazza di 22 anni ancora nell'agosto del 2021. Ma in questo caso il 39enne le avrebbe toccato solo la pancia e i capelli. Paolo Fortuna, direttore generale dell'Ulss 6 Euganea, aveva già così commentato la vicenda: «Nutro la massima fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine, che ringrazio. L'azienda sanitaria aveva già attivato il procedimento disciplinare e segnalato i fatti all'autorità giudiziaria. Nei confronti dell'interessato erano stati adottati i provvedimenti previsti dal contratto nazionale di lavoro: sospensione cautelare in attesa delle attività istruttorie da parte della magistratura, con successiva assegnazione ad altra unità operativa, non a contatto con il pubblico». Un episodio analogo era accaduto all'Ospedale civile di Padova tra il 2016 e il 2017. Nei guai era finito un infermiere di nazionalità romena del reparto di Neurologia. Era stato accusato di avere abusato di sei pazienti, una di loro era anche stata drogata. 

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