L'Inps le chiede indietro l'indennità di disoccupazione ma l'ex receptionist ucraina vince la battaglia

Giovedì 30 Dicembre 2021
L'Inps le chiede indietro l'indennità di disoccupazione
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Tutto ha inizio nel lontano 2012, quando una ragazza ucraina si è iscritta all'Università di Udine. Oltre a studiare si è data da fare con quelli che spesso vengono definiti lavoretti, soprattutto durante il periodo estivo quando, sfruttando la propria conoscenza delle lingue straniere, ha lavorato come receptionist in diversi hotel della riviera adriatica, soprattutto a Lignano e Bibione, dal 2013 al 2016, perfettamente in regola, non solo per quel che riguarda i contratti di lavoro, ma anche per ciò che attiene ai propri permessi di soggiorno puntualmente rinnovati.


LA DOMANDA

Quindi, tra una stagione e l'altra, ha fatto domanda all'Inps dell'indennità di disoccupazione (Mini Aspi per il 2013 e 2014 e la Naspi a partire dal maggio 2015), e l'ha ricevuta per i periodi corrispondenti. Negli anni la ragazza si è laureata, e ha iniziato il suo percorso lavorativo e tutto quel periodo sembrava appartenere al passato fino a quando, nei primi mesi del 2020, è arrivata la brutta notizia: l'Inps di Udine, attraverso 4 provvedimenti di revoca, le ha chiesto la restituzione delle somme percepite come Naspi e Mini Aspi (in totale 17 mila euro) in quanto, secondo loro (in adesione a quanto segnalato dalla Questura di Udine), non aveva i titoli per accedervi perché i suoi permessi di soggiorno erano dati per motivi di studio e non di lavoro.


IL PATRONATO

A questo punto la giovane straniera si è rivolta al Patronato Inca Cgil che, studiato il caso, ha deciso, in comune accordo con lo studio legale dell'avvocato Marco Paggi, di fare ricorso.

Il 20 dicembre il giudice Maurizio Pascali del Tribunale del lavoro di Padova, ha accertato il diritto alla ricorrente all'indennità Naspi e mini aspi senza obbligo di restituzione delle somme percepite e ha condannato l'Inps alle spese processuali.


LA DIRETTRICE

«In sostanza è stata una vittoria totale ha detto soddisfatta Antonella Franceschin, Direttrice del Patronato Inca Cgil di Padova ed è motivo di particolare orgoglio il fatto che, a quanto ci risulta, è la prima del genere in Italia e quindi, crediamo, farà scuola». «Una vittoria importante per tanti buoni motivi ha aggiunto Sergio Palma della Segreteria Confederale della Cgil di Padova a partire dal fatto che è stata ottenuta dopo che la studentessa lavoratrice immigrata si è rivolta con fiducia ai nostri uffici presso il Patronato Inca e al Dipartimento Immigrazione. Un risultato che non a caso è stato ottenuto a Padova, una città che, ricordiamo, è sede della Commissione Stranieri rieletta quest'estate».

Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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