Indagine sui lavori all'Euganeo, il centrodestra attacca: «Non c'è trasparenza»

Giovedì 16 Giugno 2022 di Alberto Rodighiero
I lavori alla curva sud dell'Euganeo nel mirino della magistratura (foto d'archivio)

PADOVA - I quattro indagati per l'appalto sullo stadio Euganeo fanno salire sugli scudi il centrodestra e non solo.

Dopo le polemiche che hanno accompagnato la campagna elettorale, l'opposizione torna a puntare il dito contro il progetto della nuova curva sud dell'impianto di via Nereo Rocco. Un progetto fortemente voluto dall'assessore allo Sport Diego Bonavina ed entrato nel mirino della magistratura. Il primo ad andare all'attacco è stato ieri, 15 giugno, Massimo Bitonci.«Già il 21 maggio avevamo chiesto a Giordani una convocazione per un consiglio comunale urgente e straordinario - ha tuonato il parlamentare leghista - È una vergogna. Si era chiesto chiarezza sulle indagini e sulla non trasparenza degli appalti comunali che già avevo segnalato da tempo. In questi ultimi anni l'opposizione ha più volte denunciato questi comportamenti anomali e poco chiari, peccato che solo oggi si venga a sapere ad elezioni fatte. I padovani avrebbero avuto diritto di sapere già un mese fa e, probabilmente, il risultato delle elezioni avrebbe potuto prendere un'altra piega».
All'attacco anche il neo consigliere leghista Ubaldo Lonardi. «La scusa del Covid non poteva reggere, i cantieri sono stati chiusi quindici giorni e per promettere di concludere i lavori in 270 significava dover avere tutti i materiali pronti all'uso. È stato davvero incredibile l'atteggiamento della giunta di fronte alle nostre numerose denunce e il fatto che in consiglio comunale nessuno si sia sentito in dovere almeno di verificare la situazione ha rincarato la dose. Vorrei ricordare che ho denunciato il fatto almeno tre volte e presentato due interrogazioni venendo poi deriso da Giordani e Bonavina. Finalmente la verità sta venendo a galla».
Ad avanzare perplessità è anche Fratelli d'Italia. «Voglio augurarmi che palazzo Gozzi diventi un edificio di cristallo dove la trasparenza regna sovrana - ha premesso ieri il consigliere meloniano Enrico Turrin - Lo si deve ai cittadini e a tutti i bravi dipendenti comunali che lavorano onestamente e seriamente ogni giorno nell'esclusivo interesse della collettività padovana. A palazzo Moroni non ci siano tentennamenti su questo, noi saremo sempre dalla parte della legalità e della trasparenza». «Tuttavia non posso non notare, con un pizzico d'irritazione - ha detto ancora Turrin - come un argomento così delicato, immediatamente sparito dalle cronache cittadine durante tutta la campagna elettorale, sia rispuntato improvvisamente a qualche ora dalla chiusura delle urne. Fratelli d'Italia sarà doppiamente vigile».
Ad andare all'attacco è, poi, il coordinatore cittadino di Fdi Gabriele Zanon che non rinuncia a pizzicare gli alleati. «Il centrodestra in appoggio a Francesco Peghin, concentrato sulle preferenze di lista non ha ritenuto, come invece Fratelli d'Italia ha fatto di sollevare in pubblico adeguatamente la questione morale e di trasparenza della pubblica amministrazione. Lo sviluppo delle indagini ci farà capire meglio, ma continua ora la battaglia del nostro partito perché nel palazzo comunale si compia ogni operazione nella massima trasparenza con adeguata informazione dei cittadini. Però il fatto che gli sviluppi dell'indagine emergano a 24 ore dal voto fa molto pensare». «Il sindaco ha in ogni caso la responsabilità politica e avrebbe dovuto informare subito la cittadinanza prima delle elezioni sulle informazioni in suo possesso e non il giorno dopo - ha concluso il parlamentare di Alternativa Raphael Raduzzi - Forse qualcuno in più si sarebbe fatto qualche domanda sulla capacità di Giordani di vigilare e di garantire trasparenza e legalità».

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