L'amico alla Polizia: «Pietro la sera dello schianto è venuto già alla guida dell'auto»

Venerdì 18 Febbraio 2022 di Marco Aldighieri
Pietro Benfatto

PADOVA - «Quella sera all'appuntamento Pietro è arrivato già al volante dell'auto». È quanto ha dichiarato l'amico ventenne alla polizia stradale. Il pubblico ministero Andrea Zito, titolare delle indagini, ha fatto sentire il ragazzo dagli inquirenti per sgomberare il campo da ogni dubbio.
Il 17enne Pietro Benfatto domenica 6 febbraio alle 4.30 del mattino si è schiantato alla guida della Opel Agila della madre, e quella sera non ha mai consegnato le chiavi della macchina all'amico patentato per chiedergli di guidare.
E del resto il ventenne, come poi è emerso dalle indagini, era al volante dell'auto di suo padre.

La Procura ha così deciso di archiviare il caso, il fascicolo era stato aperto senza l'iscrizione di persone e di reati, come un'uscita autonoma di strada.


IL TESTIMONE

L'amico ventenne di Pietro agli agenti della Polstrada ha sottolineato come: «...Quella sera è arrivato al nostro appuntamento già alla guida della Opel Agila. E non mi ha mai consegnato le chiavi perchè la guidassi. Del resto ero venuto con la macchina di mio padre. In altre occasioni, ma ripeto non quella sera, effettivamente al volante della auto della mamma di Pietro c'ero io...». E la madre del 17enne era convinta che anche quel sabato l'amico patentato del figlio si mettesse a condurre la sua Opel Agila, ma così non è stato. Agli inquirenti, subito dopo l'incidente mortale, aveva dichiarato: «...Mio figlio Pietro non si è mai messo al volante della mia auto, perchè l'ha sempre guidata il suo amico patentato di vent'anni...».


L'INCIDENTE

Papà e mamma quel sabato sera hanno concesso la Opel Agila, come avevano già fatto in altre occasioni, al figlio diciassettenne solo perché la guidasse l'amico patentato: di questo erano convinti entrambi. Invece Pietro, appena ottenute le chiavi dai genitori, si è messo al volante della macchina per andare a una festa in un locale, l'Eclips di Vigorovea, assieme al resto della sua compagnia. Una serata di svago, e probabilmente di eccessi, che è finita in tragedia.
Tornando a casa, intorno alle 4.30 di domenica notte, lo studente, lanciato a oltre cento chilometri orari in via Romea, a Legnaro, ha perso il controllo del mezzo ed è finito fuori strada. Ha preso il cordolo della pista ciclabile e come un missile impazzito è volato scavalcando tre siepi e due giardini, abbattendo un cancello e rimbalzando contro una abitazione. È morto sul colpo.
L'amico ventenne che lo seguiva, appunto al volante della macchina del padre, ha provato invano a prestargli soccorso, ma ormai non c'era più nulla da fare. Studente dell'istituto Bernardi, Pietro abitava con mamma e papà nel quartiere di Mortise. Era appassionato di musica rap-trap, il suo nome d'arte era Prince baby, e aveva formato un gruppo con l'amico 16 grams: insieme avevano lanciato un video che stava riscuotendo molto successo on-line. Pietro era anche un atleta, aveva giocato per diversi anni a basket con la Pro Pace e la Virtus
 

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