Pianiga. Paolo Barbato, ucciso da un furgone in retromarcia al lavoro: «Amava i motori e stare in compagnia»

La sera prima aveva partecipato a una festa assieme a degli amici. Lascia la moglie Cristina e due figli

Martedì 18 Ottobre 2022 di Serena De Salvador, Cesare Arcolini
Paolo Barbato con la moglie Cristina

PONTE SAN NICOLÒ - «Era una persona speciale, unica. Una persona per bene e un grandissimo lavoratore. La sua scomparsa ci ha lasciati tutti senza parole». A parlare è Luigi Tarzia, consigliere comunale di Padova ma soprattutto grande amico di Paolo Barbato. Avevano passato la domenica insieme, alla festa organizzata da un amico comune, salutandosi appena poche ore prima della tragedia. Barbato, 60 anni da compiere il 4 dicembre, viveva con la famiglia in una villetta della zona residenziale di Roncaglia di Ponte San Nicolò, in via Piave.

Si era trasferito nel Padovano nel 2001 dopo aver trascorso buona parte della sua esistenza nel Veneziano, a Scorzè. Lascia la moglie Cristina Chiarelli di 52 anni e i figli Luca di 24 e Anna di 21.

Chi era Paolo

Una famiglia molto unita, con Barbato che trascorreva molte ore della sua giornata al lavoro alla Identità Srl, la ditta aperta con il nipote Fabio di cui era socio di minoranza. La figlia Anna lo scorso luglio si è laureata a Bologna in Ingegneria gestionale e ha voluto dedicare la tesi proprio ai suoi genitori. Appena un mese prima era toccato a Luca laurearsi in Medicina al Bo. Ieri nella villetta di Paolo e Cristina non c'era nessuno: la notizia della tragedia ha portato la moglie, che lavora come biologa nutrizionista, a correre a Pianiga. Adesso i parenti attendono la chiusura delle indagini per poter organizzare le esequie. Nei propositi della famiglia Barbato c'era poi una data da festeggiare tra poco: quella del 4 dicembre, quando Paolo avrebbe festeggiato i 60 anni. Messo di fronte alla tragedia il sindaco di Ponte San Nicolò, Martino Schiavon, che vive non distante dalla casa dei Barbato, oltre a trasmettere le proprie condoglianze ha riferito: «Commentare la morte di un concittadino è sempre difficile, quando poi una persona non torna più a casa dopo essere uscita per andare al lavoro il dolore è ancora più grande. A nome di tutta l'amministrazione comunale il mio pensiero è rivolto ai suoi affetti più cari affinché riescano a superare questo devastante momento e con la consapevolezza che le porte del municipio saranno sempre aperte per loro».

Il lutto

«È un dolore immenso. Soltanto ieri (domenica, ndr) eravamo stati insieme - ha commentato Luigi Tarzia - Abbiamo perso una persona speciale, per bene, un amico dal cuore grande e gentile, appassionato della vita e dell'amicizia. Paolo era un uomo dallo spirito curioso, ironico, che amava molto lo stare insieme alle altre persone, in compagnia. Era davvero quel che si dice una persona buona: era uno delle migliori che io abbia conosciuto da quando mi sono trasferito a vivere in Veneto». Non solo domenica Paolo Barbato aveva trascorso la giornata in compagnia di decine di amici per una festa d'autunno in giardino. Pochi giorni fa era anche stato in Calabria, sempre insieme al gruppo di amici e alla moglie Cristina, per festeggiare un compleanno. Momenti di gioia e di festa che oggi, a ridosso della tragedia, hanno lasciato ammutolite le famiglie dei suoi tanti conoscenti. «Sono stato felice di poterlo ospitare quando, alla fine di settembre, era venuto per un breve viaggio in Calabria, la mia terra d'origine - ha concluso Tarzia - Era appassionato di motori, scherzavamo sul calcio. Paolo era davvero un dono. In un momento tanto terribile io e tutti gli amici non possiamo che essere vicini a Cristina e ai loro figli Luca e Anna».

 

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