Investì con la moto un carabiniere,
condannato a 3 anni e 8 mesi

Sabato 21 Novembre 2015 di Olivia Bonetti
Investì con la moto un carabiniere, condannato a 3 anni e 8 mesi
VIDODARZERE - Tre anni e otto mesi e il risarcimento di 2mila euro per la resistenza a pubblico ufficiale. Sentenza choc per il motociclista padovano Luca Bodo, 39 anni, nato a Camposampiero e residente a Vigodarzene, che ieri pomeriggio in tribunale a Belluno è stato condannato per aver travolto e ferito un maresciallo dei carabinieri impegnato in un posto di blocco. Il giudice Elisabetta Scolozzi ha accolto in pieno le richieste del pm, il procuratore Francesco Saverio Pavone. La difesa affidata all’avvocato Massimo Malipiero del foro di Padova ha già annunciato appello.



L’incidente è avvenuto la sera di Ferragosto 2013 sulla 203 Agordina, a La Stanga (Bl), qualche minuto dopo le 20, e per quell’investimento Bodo è finito alla sbarra con l’accusa di lesioni volontarie e resistenza a pubblico ufficiale.

Secondo la procura il centauro sulla sua moto travolse e ferì gravemente il maresciallo Sandro Trojan della stazione di Sedico mentre era impegnato con un collega in un posto di blocco. Secondo l’accusa il padovano investì volutamente il sottufficiale, ignorando l’alt, tanto che avrebbe prima rallentato quasi nell’intenzione di volersi fermare, per poi invece accelerare. E lo fece, secondo quanto sostenuto ieri in aula dal procuratore Pavone, accettando il rischio di quello che poteva succedere, quindi con dolo eventuale.



La prognosi per il ferito fu superiore ai 3 mesi e il carabiniere ha riportato danni permanenti alla mano e a una gamba. Nella sua arringa la difesa aveva citato la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione sul caso Thyssenkrupp, spiegando che di fatto nel comportamento di Bodo non c’era di fatto il dolo eventuale.



Un vero e proprio calvario quello percorso dal maresciallo che fece diversi interventi e 400 giorni di malattia. Trojan si è costituito parte civile con l’avvocato Martino Fogliato per vedere risarciti i danni patiti. Nel corso del procedimento era stato risarcito dal responsabile civile con 51mila euro e 3mila euro versati direttamente dall’imputato. Era rimasta in piedi solo la costituzione "simbolica" di parte civile per la resistenza.



Ieri in aula sono stati sentiti gli ultimi testi e il motociclista ha rilasciato spontanee dichiarazioni: «È vero, avevo messo la camera d’aria per coprire la targa per l’autovelox e quando è successo l’incidente ero sotto choc e nella confusione ho tolto la plastica». Alla fine la sentenza: le motivazioni si conosceranno tra 45 giorni.
Ultimo aggiornamento: 18 Novembre, 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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