Acciaierie Venete. «Un boato, poi
i miei colleghi: sembravano "fusi"»

Lunedì 14 Maggio 2018
Acciaierie Venete. «Un boato, poi i miei colleghi: sembravano "fusi"»
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PADOVA - Una testimonianza drammatica dell'incidente di ieri alle Acciaierie Venete, dove quattro operai sono rimasti gravemente ustionati, due di loro con ferite sul 100% del corpo. A parlare è un collega dei feriti, Gianni Gallo, racconta quei momenti concitati, quando solo la paura e l'istinto di spravvivenza, in genere, prendono il sopravvento: «È stato come un terremoto, un boato che mi ha alzato da terra. Poi, mentre fuggivo, mi sono trovato davanti Todita, che chiedeva aiuto, e ha fatto in tempo a dirmi che sotto c'era l'altro collega».

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Gianni Gallo è fra quelli che si sono salvati, i miracolati, ma non ri4esce a togliersi dalla testa le immagini dei colleghi: «Non dimenticherò mai come li ho visti: sembravano "fusi" - aggiunge - il calore tremendo gli aveva lasciato addosso solo le scarpe e brandelli dei pantaloni».

IL BOLLETTINO MEDICO - COME STANNO GLI OPERAI FERITI
Serviranno almeno altre 24-48 ore per valutare le speranze di sopravvivenza dei due operai, il romeno Marian Bratu, 43 anni, e il moldavo Sergiu Todita, 39 anni, rimasti ustionati più gravemente nell'incidente alle Acciaierie Venete di Padova. C'è realismo, più che ottimismo, nelle poche informazioni che filtrano dagli ospedali di Padova e Cesena, dove i due, rispettivamente, sono ricoverati. Per Todita si parla di condizioni gravi, ma stabili. Per Bratu, che ha ustioni profonde al 90% del corpo, il quadro è analogo. Per entrambi, spiegano i medici, una qualche forma di risposta alle terapie c'è, ma la prognosi è assolutamente riservata. «Il paziente è in fase di compenso rianimatorio - spiega il dott. Bruno Azzena, primario del Centro grandi ustionati di Padova - e prima di 24-48 ore non si potrà dire nulla. L'obiettivo è di consentire il prima possibile l'inizio delle attività chirurgiche. La risposta evidentemente c'è, ma la prognosi è riservata, in considerazione anche delle complicanze che ci saranno». «Casi come questi, con ustioni così profonde ed estese - aggiunge Azzena - sono considerati estremi, e le percentuali di sopravvivenza sono quindi basse». È meno drammatica invece la situazione del terzo operaio (un quarto ero stato dimesso ieri sera), David Frederic Di Natale, un italo-francese di 39 anni, dipendente di una ditta d'appalto, ricoverato nella rianimazione dell'ospedale Borgo Trento a Verona, con ustioni al 16% del corpo, ma non è in pericolo di vita. 

I SINDACATI A ZAIA: POTENZIARE LO SPISAL
I segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil del Veneto, incontrando oggi il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, a San Vendemiano, hanno chiesto al governatore di «potenziare le strutture degli Spisal (il Servizio per la Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro) e di farsi promotore di un tavolo che coinvolga tutti i soggetti, a partire dalle associazioni datoriali, per affrontare in maniera compiuta e con una strategia condivisa e complessiva il tema della salute sui posti di lavoro».

Le organizzazioni sindacali, sottolineando come l'incidenza degli infortuni sul lavoro in Veneto sia più alta che in altre altre regioni, hanno aggiunto che «al di là del rammarico e delle condoglianze va tenuto presente che la cultura della sicurezza si fa con grandi iniziative di formazione» grazie alle quali nella regione, «in 10 anni gli incidenti sul lavoro sono diminuiti di circa il 30%». «Abbiamo dato atto al presidente - hanno concluso, al termine del vertice - della sensibilità per averci ricevuti con un appuntamento fissato da diversi giorni, mentre altri ci hanno risposto solo in seguito ai fatti delle ultime ore».

Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 15:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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