Imprenditore condannato per violenze sulla moglie, il giudice gli affida il figlio

Giovedì 20 Giugno 2019
Imprenditore condannato per violenze sulla moglie, il giudice gli affida il figlio
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PADOVA - Un imprenditore padovano viene condannato in due gradi di giudizio per violenza e lesioni contro l'ex moglie, maltrattamenti in famiglia e violenza assistita: un anno dopo nell'udienza civile per l'affidamento del figlio minore il giudice decide il trasferimento del piccolo nella casa del padre, scrivendo nel decreto che è «irrilevante» la condanna penale per violenza, poichè è comunque «la figura maggiormente idonea a garantire la stabilità emotiva del minore».

A denunciare il caso è il Centro Veneto Progetti Donna onlus, secondo il quale «il decreto dell'udienza civile viola la Convenzione di Istanbul, la Convenzione europea firmata e riconosciuta da tutti gli stati per la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica».
Nel definirlo «un decreto senza precedenti in Italia», gli avvocati del Centro sottolineano che si tratta di «una grave violazione di legge». L'imprenditore, si fa notare, nella sentenza di condanna per violenza di un anno prima, firmata dal giudice Valentina Verduci, secondo le testimonianze avrebbe massacrato di botte, insultato, minacciato, demolito psicologicamente, tenuto senza soldi e cibo l'ex moglie, con l'aggravante di averlo fatto sempre alla presenza dei figli minori. Per i legali del Centro Veneto Progetti Donna è «molto grave che il giudice nel decreto definisca ogni tentativo della donna di difendere sè e i figli dalle violenze con 'attacco alla genitorialità' e 'conflittualità', mettendo la vittima sul banco degli imputati». La donna ha fatto ricorso in appello, l'udienza è fissata l'1 luglio.
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