Imprenditore in carcere in Indonesia, il papà: «Sono sicuro, il 20 sarà libero, vado a prenderlo io»

Giovedì 3 Giugno 2021 di Marco Aldighieri
Fabio Nizzardo, imprenditore 43enne

BRUGINE - «Spero di riabbracciare Fabio per il 20 di giugno». Più di una speranza, quasi una certezza per il cavaliere del lavoro ed ex presidente dell'Upa di Piove di Sacco, Vincenzo Nizzardo, padre di Fabio Nizzardo, l'imprenditore di 43 anni di Brugine, in carcere in Indonesia per corruzione. È finito nei guai insieme ad altre sedici persone, tra cui l'italiano M.D.R e diversi funzionari del locale Ufficio del catasto. Nizzardo, sempre secondo l'accusa, avrebbe fatto da intermediario nella vendita di alcuni terreni nell'isola di Flores in località Labuan Bajo, affacciati a un braccio di mare attraversato ogni anno da centinaia di migliaia di turisti per andare a visitare il parco nazionale di Komodo, la terra dei varani.

LA VICENDA
Appezzamenti che sarebbero stati di proprietà del governo indonesiano e non di privati. Ancora per l'accusa l'operazione avrebbe danneggiato le casse dello Stato per l'ammontare di 1,3 trilioni di rupie, pari a circa 7 milioni e 500 mila euro.

I terreni sarebbero stati acquistati da un grosso gruppo di Giacarta, pronto a costruire resort e alberghi. «Il processo a mio figlio - ha ripreso Nizzardo - è già iniziato a gennaio e al massimo per il 20 di giugno si dovrebbe andare a sentenza. Secondo i nostri avvocati Fabio verrà sicuramente assolto, e del resto non ha commesso nulla di illegale. Sono certo che lo rivedrò presto in Italia, lo vado a prendere io di persona». L'ex presidente di Upa ha voluto sottolineare come tutte le operazioni del figlio, a cominciare dall'Italia, siano sempre state trasparenti e nel pieno rispetto della legge. «Fabio in Italia - ha proseguito - aveva una attività avviata, ma ha deciso di investire in Indonesia. Ha venduto la sua casa e si è trasferito nel paese asiatico insieme al fratello, e lì hanno aperto un ristorante. Adesso è chiuso a causa del Covid, ma danno da lavorare a cento persone. Fabio vive in Indonesia da ormai dodici anni, e l'operazione dei terreni risale a quasi sei anni fa». E poi il 15 gennaio di quest'anno, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato l'arresto dell'imprenditore di Brugine. «Un procuratore a caccia di pubblicità - ha sottolineato Nizzardo - convinto che i terreni fossero stati donati dal Comune al Governo, ha fatto incarcerare 17 persone tra cui mio figlio. Si tratta di un altro italiano, di un notaio, e di alcuni contadini e dirigenti del catasto compreso il sindaco del paese. E poi visto che c'erano due italiani tra gli imputati hanno anche parlato di mafia. Solo menzogne, mio figlio ha agito nel pieno rispetto della legge». Ma nonostante la famiglia Nizzardo sia stata travolta da questa disavventura giudiziaria, l'ex presidente di Upa confida ancora nell'Indonesia. «Certo stare in carcere in un paese così - ha concluso - non è mai facile, ma Fabio è trattato bene. Sta in una grande cella insieme agli altri sedici imputati. I pasti gli vengono consegnati da un ristorante grazie all'ambasciata italiana. I contatti tra noi e lui li tiene l'altro mio figlio Mattia. Gli indonesiani sono un popolo fantastico. Sono sempre solari e pronti ad aiutare il prossimo».

L'AMMINISTRAZIONE
É ottimista anche il sindaco Michele Giraldo: «Sono convinto che tutto si risolverà per il meglio entro breve e Fabio potrà tornare in Italia da libero cittadino. Ho parlato con il padre di Fabio, Vincenzo, al quale ho portato la solidarietà sincera e unanime della comunità di Brugine». La famiglia Nizzardo è molto conosciuta in paese, soprattutto per l'impegno nell'Upa di Vincenzo Nizzardo, socio fondatore di una avviata attività di lavorazione del ferro. Da Brugine poi, nel corso degli anni, sono stati parecchi coloro che hanno fatto viaggi in Indonesia, nell'isola dove i fratelli Nizzardo hanno aperto la loro attività di ristorazione.
 

Ultimo aggiornamento: 11:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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