Appalti migranti, i sindaci: «Pronti a chiedere i danni alla prefettura»

Venerdì 10 Agosto 2018 di Enrico Silvestri
I sindaci di Agna, Bagnoli e Cona
5

AGNA-BAGNOLI - La notizia delle indagini sulle collusioni tra il vice prefetto vicario di Padova e i vertici della cooperativa che gestisce l’hub di Bagnoli esplode come una bomba nella Bassa. Incredulo il sindaco di Agna Gianluca Piva: «Mai avrei sospettato il coinvolgimento dell’ufficio di Governo». Più duro il collega del Comune direttamente interessato, Roberto Milan: «Troppe stranezze in questa vicenda, vogliamo vederci chiaro, per questo chiederò alla giunta la costituzione di parte civile della municipalità nell’eventuale processo». Entrambi trovano dalla vicenda nuova forza nel battere sul vecchio chiodo: «Chiusura immediata del centro di accoglienza».
 
Agna, Cona, Bagnoli, uno strano abecedario ben presto diventato il “distretto del profugo” causa l’apertura contemporanea nell’autunno 2015 di due centri profughi nelle ex basi dell’aeronautica militare di Conetta e San Siro. Una situazione provvisoria, per poche centinaia di ospiti, fu promesso loro dal prefetto. Arrivarono a superare le 2.500 unità, e i mesi divennero anni. Si sfiorò la rivolta, soprattutto quando due donne sfuggirono miracolosamente ad altrettanti tentativi di stupro. «E già quando una istituzione come la Prefettura promette e non mantiene è un caso gravissimo. Qui a Bagnoli, il Governo ha perso la faccia», tuona Milan che poi sottolinea le tante incongruenze della gestione. «A cominciare dagli ispettori dell’Als da me mandati per controllare la situazione igienico sanitaria e bloccati dalla stessa Prefettura». «Era evidente che le cose non potevano funzionare in quella maniera, ma ho sempre pensato che certe errori, certe forzature fossero determinate dalla pressione determinata dall’emergenza sbarchi - gli fa eco Piva – per me la Prefettura è una cosa sacra, la prima istituzione con cui mi confronto quotidianamente. Pensare la fiducia che io riponevo in particolare sul vice prefetto, per me una persona serissima, persino troppo rigida e riservata». Invece secondo i sospetti della Procura, il vice prefetto vicario Pasquale Aversa e la ex funzionaria Tiziana Quintario (la prima a essere indagata e per questo già trasferita a Bologna), avrebbero intrattenuto “relazioni pericolose” con la dirigenza della Cooperativa che aveva in carico la gestione dei due Hub. «I danni subiti dal territorio sono stati elevatissimi, posti di lavoro persi, prezzi degli immobili in caduta libera, il senso di insicurezza generale, due donne aggredite che hanno poi lasciato Bagnoli per andare a vivere in un luogo più sicuro. E se la situazione non è ulteriormente precipitata è stato solo perché io ho sempre vigilato. Fisicamente intendo. Sì, ho fatto personalmente le tante deprecate ronde e non me ne vergogno. E ora qualcuno dovrà risponderne per cui sto valutando le necessarie procedure affinché il Comune di costituisca parte civile nel procedimento», aggiunge Milan. «In questa vicenda c’è stato qualcosa di più di cattiva gestione. A partire dal parere contrario degli ispettori dell’Als prima dell’apertura della struttura dell’autunno del 2015, ai già ricordati divieti di compiere sopralluoghi dopo che la struttura era entrata a regime, adducendo ragioni pretestuose. L’allora prefetto ci rassicurò dicendo che entro il 2016 il centro sarebbe stato smantellato. Sono passati due anni e gli immigrati sono ancora dentro l’ex base. Ripeto, lo Stato, la prefettura che la sua diretta propagine sul territorio, qui da noi ha perso la faccia». Certo la situazione negli ultimi tempi è sensibilmente migliorata: l’ex base di Conetta è scesa da 1.500 ospiti e circa 500, mentre a San Siro di Bagnoli, gli immigrati sono passati da oltre un migliaio a poco meno di 200. Ma non basta, chiusura immediata è la richiesta “senza se e senza ma” dei due primi cittadini. «In giunta abbiamo appena votato il pieno sostegno all’azione del ministro Matteo Salvini - annuncia Piva - ora spero solo che questa inchiesta acceleri lo smantellamento dei due hub». Gli fa eco Milan: «Sia ben chiaro noi non siamo contro la solidarietà, ma non gestita in questi termini, soprattutto quando poi emergono questi terribili sospetti. Ho sempre sostenuto che la situazione va affrontata attraverso l’accoglienza diffusa. E sono pronto a pagare di tasca mia i pullman per trasferire gli ultimi ospiti della ex base. Basta che questa brutta pagina venga chiusa, al più presto. Bagnoli, come Agna e Cona del resto, il suo territorio, i suoi cittadini, la sua economia hanno sofferto abbastanza».
Enrico Silvestri
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 08:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci