Riparte il turismo: aprono 150 hotel della provincia di Padova

Giovedì 29 Aprile 2021 di Gabriele Pipia
Riparte il turismo: aprono 150 hotel della provincia di Padova

PADOVA - Tornano a vedere la luce, letteralmente. Centocinquanta alberghi della provincia di Padova sono pronti a spalancare le porte ai clienti e sfruttare al massimo la bella stagione.

C'è chi ha aperto questa settimana e chi lo farà a partire dall'inizio di maggio: di sicuro il ritorno in zona gialla ha dato all'intero settore un'accelerata agognata da mesi. «Per un ritorno alla normalità guardiamo direttamente all'autunno, ma almeno il settore può finalmente ripartire» sorride Marco Gottardo, presidente dell'ente bilaterale turismo Padova Terme Euganee. La fibrillazione è evidente: decine di imprenditori alberghieri stanno ultimando pulizie e manutenzioni sperando che arrivino anche le prenotazioni (per ora ancora decisamente scarse).


IL PANORAMA
In provincia si contano circa 200 attività alberghiere: 40 in città, 85 nel bacino termale, le altre sparse per il territorio dall'Alta alla Bassa padovana. Alle terme sta ripartendo quasi il 90% degli hotel mentre nel resto della provincia superiamo di poco il 70%. In totale sono 150 le strutture che ora tornano ad una parziale normalità. A queste dobbiamo aggiungere 400 tra bed and breakfast e altre attività, decisamente più snelle da rimettere in moto. Importante, rovesciando la prospettiva, anche l'aspetto occupazionale. In tutta la provincia di Padova il personale alberghiero è composto da novemila unità (seimila solo alle terme) e con la zona arancione lavorava circa il 10%. Nel giro di un mese torneranno in pista altre seimila persone che fin qui hanno dovuto stare ferme. Parliamo di ogni tipo di contratto: tempi indeterminati, determinati, contratti a chiamata e stagionali. Finora i dipendenti a tempo indeterminato hanno usufruito degli ammortizzatori sociali: Fis Covid per le aziende sopra i cinque dipendenti e cassa Covid in deroga per le altre. La legge attualmente dice che il blocco dei licenziamenti scadrà il 31 ottobre mentre gli ammortizzatori sociali potranno essere utilizzati fino al 31 dicembre. La speranza è che non ce ne sia bisogno.


GLI ADDETTI AI LAVORI
«Siamo in attesa di novità sulla norma del coprifuoco - spiega ancora Marco Gottardo - Se l'orario delle 22 rimanesse fino al 31 luglio sarebbe una spada di Damocle ma immaginiamo che possa essere rivisto nelle prossime settimane. Per tornare ad avere una vera normalità bisogna aspettare almeno altri cinque mesi, intanto però speriamo che vengano condivise in tutta Europa delle linee per gli spostamenti tra Paesi. È fondamentale poter tornare ad accogliere con alti numeri i turisti stranieri». Segue da vicino la ripartenza anche Antonio Piccolo, presidente del Consorzio di promozione turistica di Padova. «Non basta un provvedimento del governo per far ripartire il turismo - premette - Bisogna riorganizzare tutta la filiera che comprende anche escursioni, guide turistiche e così via. Proprio ora sto incontrando 25 capigruppo delle guide per programmare l'attività estiva, c'è tanta voglia di ripartire. Lamentarsi non serve più, pensiamo a come fare promozione turistica del territorio padovano. I clienti che si muovono per lavoro stanno crescendo e ora aspettiamo anche i turisti. E attendiamo da luglio la ripartenza delle fiere che ci porterà un'altra fetta fondamentale di mercato».
Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, è pronto ad affrontare la nuova sfida: «Siamo in piena riapertura di ogni servizio, stiamo ritornando a respirare dopo un'apnea durata 15 mesi. C'è stata molta confusione ed è meglio chiarirlo: le terme sono aperte e restano aperte».


I NUMERI
I dati della Confesercenti, pubblicati nella tabella qui sopra, dicono che tra il 2019 e il 2020 il sistema turistico padovano ha perso nel complesso oltre un milione di visitatori: 3,4 milioni di presenze in meno che si traducono in un ammanco di 407 milioni. E non è andata meglio nei primi due mesi del 2021: persi 43 milioni rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L'Ente bilaterale del turismo sottolinea che il bacino termale, che in un anno normale fattura 360 milioni, ha perso almeno il 70 per cento. Ci sono stati mesi con il 2% di presenze rispetto al 2019, ma ora le porte si riaprono. Eccola, la luce in fondo al tunnel.

Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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