L'appello di Hasan, maratoneta cieco: «Tempi da olimpiade, ma cerco una guida»

Hasan Tayem, non vedente, è un podista professionista: vive a Padova e ora cerca chi lo aiuti per potersi allenare

Lunedì 4 Luglio 2022 di Iris Rocca
Hasan Tayem

PADOVA - «Ho i tempi per qualificarmi alle Olimpiadi di Parigi 2024. Devo solo trovare con chi allenarmi a Padova». È questa l’esigenza di Hasan Tayem, 24enne giordano, in città dal 2021. Una necessità apparentemente facile e concretizzabile, se non fosse che a pronunciarla è un corridore professionista cieco, che ha bisogno di allenamenti costanti e soprattutto guidati. Non vedente sin dalla nascita, Hasan ha iniziato a correre a 18 anni, nello stesso periodo in cui, pensando al suo futuro, ha cominciato a studiare inglese ed italiano all’università. Da quel momento si sono succedute 35 maratone paralimpiche, per lo più in Asia e Medio Oriente, conquistando anche medaglie d’oro e d’argento e risultati di tutto rispetto, come le 3 ore e mezza nella maratona in Libano e 1 ora e 28’ nella mezza di Amman, sua città natale.

«Cerco una guida per correre»

«Poi gli studi mi hanno portato a Padova – racconta Tayem mettendo alla prova il suo italiano. - Mi sono innamorato della cultura italiana, della musica, della gente che mi era capitato di conoscere, così ho pensato di laurearmi in Giordania e frequentare un master in Italia, paese che ammiro anche dal punto di vista dei diritti civili e della democrazia, valori per i quali vorrei contribuire nella mia società». All’Università di Padova si è iscritto l’anno scorso alla laurea magistrale in diritti umani e relazioni internazionali.

Un anno completato negli studi, ma in cui ha subito una brusca interruzione agonistica. «L’allenamento di cui ho bisogno è di 5 giorni a settimana, con un coach e soprattutto con una guida: una persona che corra un po’ più veloce di me e che possa farmi da pacer, ovvero da lepre guida e da sprone lungo il percorso tenendomi per mano. Da quando sono qui a Padova non ho più potuto allenarmi a questi livelli e rischia, così, di sfumare anche la mia possibile partecipazione ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024». Per Hasan, spesso invitato a partecipare a conferenze in tutto il mondo in cui viene affrontato il tema dello sport come collettore nella società e strumento di pace, l’idea di abbandonare la corsa non è contemplabile.

Il coraggio di provare qualcosa di nuovo

«Le società contattate finora in città non possono offrirmi più di due giorni di allenamento, né mettere in conto che il tecnico dovrà viaggiare con me durante le competizioni. Per quel che mi riguarda sono autonomo nelle mie spese da runner: ho un lavoro come traduttore on-line, ho i miei sponsor come testimonial di aziende di tecnologie per non vedenti e sono sostenuto da organizzazioni private e dall’Unione Italiana Ciechi, ma neanche loro hanno potuto far molto per aiutarmi nel mio sogno». Se l’ultima corsa alla quale ha partecipato sono stati i 10 chilometri della Maratona di Venezia per puro divertimento, il 2022 è iniziato con i running camp mensili a Singapore, per tutto febbraio, ed in Turchia a maggio. Un senso del dovere, il suo, che ha interessato anche la Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali del Veneto sulla questione dei disabili visivi per quanto riguarda l’atletica, spingendola a cercare nel territorio padovano società che potessero ospitarlo e motivando le squadre ad organizzare anche corsi ad hoc. Potrebbe correre ed allenarsi dovunque Hasan e ha già messo in fila i suoi sogni aldilà di Parigi: scalare l’Everest e correre la World Marathon Challenge, ovvero 7 maratone in 7 giorni. «Forse le persone hanno paura di questa situazione – continua. – Io spero qualcuno trovi il coraggio di provare qualcosa di nuovo, senza temere responsabilità o pericoli. Vorrei fosse chiaro che non è così complicato, come sembra». È facile come tenere qualcuno per mano.

Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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