PADOVA - Il Green pass appeso sulla porta dell'oreficeria. Minacce alla titolare della Librosteria di via Savonarola dai no vax.
Bar e ristoranti sono invece divisi tra chi non chiederà la certificazione e chi la ritiene una norma giusta vista la situazione. Anche se tutti concordano sull'eccessiva responsabilità dal punto di vista legale che viene lasciata sulle spalle dei titolari. «Capisco che possa essere un input alla vaccinazione e sono anche d'accordo ma non siamo pubblici ufficiali - dice Gianni Zaghetto della pasticceria Racca - La gente spesso si sfoga su di noi che siamo umili esecutori». Poi ci sono i simpaticoni: «E lei, ce l'ha il Green pass?» ha ribattuto un cliente al titolare del Goppion caffè di piazza delle Erbe, che aveva chiesto di vedere il certificato per far sedere l'uomo all'interno.
Peggio ancora è andata alla titolare della Librosteria, Marianna Bonelli. Quando ha fatto sapere che nel suo locale avrebbe seguito la normativa e quindi fatto sedere all'interno solo coloro muniti di Green pass, i no vax si sono scatenati con le minacce. Tanto che il gruppo locale Padova Bene Comune ha deciso di dare un concreto sostegno: appena la titolare riaprirà dopo le ferie, il direttivo prenoterà una cena. Sul tema è intervenuto anche il presidente dell'Ordine dei medici, Domenico Crisarà: «Gli appelli dei mesi scorsi alla coscienza civica sulla necessità di vaccinarsi sono stati ignorati dice mentre da quando è stata introdotta questa misura ecco che tornano a formarsi le code negli hub vaccinali. Prendiamo atto: non esiste una coscienza sociale che quindi deve essere surrogata dall'ordine civico che mai come ora, nella situazione che stiamo vivendo, deve essere rispettato».