Richiamati a scuola 200 insegnanti non vaccinati, per loro classe preclusa

Sabato 2 Aprile 2022 di Alberto Rodighiero e Silvia Moranduzzo
Richiamati a scuola 200 insegnanti non vaccinati, per loro classe preclusa

PADOVA - Dalla scuola al trasporto pubblico, dallo sport alle attività commerciali, passando per le pubbliche amministrazioni, le forze dell’ordine e l’intero mondo del lavoro, da ieri anche nel Padovano sono nuovamente cambiate le norme anti Covid, a partire dal Green pass e dal rientro al lavoro di molti no vax che erano stati sospesi.

Se infatti nella sanità le regole restano al momento invariate, nella maggior parte degli uffici, aziende e attività ora basterà la carta verde base, anche per chi ha più di 50 anni.


L’ISTRUZIONE
Fra gli ambiti più coinvolti dalla novità c’è la scuola. Sono circa 200 in provincia gli insegnanti che, pur non vaccinati, sono dovuti tornare in servizio. Non però senza alcune difficoltà, dal momento che è loro precluso il contatto con gli studenti e dunque l’insegnamento, e che, come da indicazioni ministeriali, devono essere assegnati ad altri compiti. «Rientrare è un obbligo, che se non viene rispettato prevede l’assenza ingiustificata – spiega il provveditore Roberto Natale – Tuttavia diversi docenti senza Green pass lamentano di non voler tornare: se non si vaccinano dovranno provvedere ai tamponi e poiché non ricoprono più il ruolo di insegnanti ma sono assegnati in altre mansioni è previsto un aumento delle ore lavorate da 18 a 36 settimanali, con stipendio invariato». Peraltro oltre al reintegro dello stipendio degli insegnanti no vax bisognerà continuare a far fronte a quello dei docenti che in queste settimane li hanno sostituiti e che continueranno a insegnare.


GLI ESERCENTI
Un cambiamento lo stanno vedendo anche i baristi che non dovranno più chiedere il Green pass a chi si siede all’esterno. «Il servizio sarà più rapido e fluido, una semplificazione non da poco – dice Filippo Segato, segretario dell’Associazione provinciale pubblici esercizi (Appe) – Diversa la questione per i ristoranti: ancora non c’è abbastanza caldo per contare stabilmente sui plateatici». Secondo le stime di Appe con l’eliminazione del Green pass all’esterno si avrà un guadagno di 300mila euro al giorno per i 3.100 pubblici esercizi di tutta la provincia. «Un piccolo ritorno alla normalità, ma sarà il 1 maggio la vera svolta – continua Segato – Per quanto riguarda i lavoratori senza pass, sono talmente pochi che non incidono molto sul conto dei reintegri al lavoro».


TRASPORTI E AMMINISTRAZIONE
La revoca dello stato di emergenza non ha invece particolari ripercussioni sui dipendenti di Palazzo Moroni, in particolare sulla polizia municipale, e sul trasporto pubblico locale. «Dopo i disagi dello scorso autunno, la situazione era già tornata a una quasi normalità – ha spiegato Lorenzo Fontolan, comandante della polizia locale padovana – Gli agenti che avevano deciso di non vaccinarsi erano quattro: due sono già rientrati e gli altri due riprenderanno a brevissimo». Sul fronte del trasporto pubblico, dopo le assenze in massa di qualche mese fa degli autisti no vax (arrivati a essere 60 in contemporanea), da inizio marzo si era tornati sostanzialmente a regime. Il numero degli autisti non vaccinati si era ridotto a sette e ieri tutti erano regolarmente al lavoro. Sempre da ieri la flotta di Busitalia, complice la revoca dello stato di emergenza, ha dovuto rinunciare a oltre 130 mezzi. Sono i 100 bus delle aziende private che supportavano il trasporto scolastico, a cui si sono aggiunti 24 Euro 2 diesel fermi a causa dei blocchi del traffico e i sette andati a fuoco nel deposito di Piazzola sul Brenta a novembre. Nonostante questo, complice la capienza salita al 100%, non si sono registrati particolari disagi per l’utenza, che ora non ha più bisogno della carta verde mentre permane l’obbligo della mascherina.


LA SANITÀ
Anche se per i sanitari resta l’obbligo vaccinale, alcune rivoluzioni organizzative sono in corso. Il punto tamponi all’Euganeo dopo 380 giorni e 184mila tamponi eseguiti ha chiuso i battenti. Così come hanno chiuso il drive-in di Cittadella (che per due anni è rimasto aperto tutti i giorni anche nel fine settimana) e ieri il centro tamponi di Piove di Sacco. A suscitare maggiore attenzione, il momento in cui Schiavonia ha smesso di essere Covid hospital, tornando alla normale routine: i ricoveri di pazienti positivi si sono ridotti e i casi più gravi vengono trasferiti all’Azienda ospedaliera di Padova. Quest’ultima ha lasciato l’hub vaccinale in Fiera, al padiglione 8.

 

Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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