Il maltempo mette in ginocchio gli apicoltori: niente miele d’acacia

Lunedì 15 Luglio 2019
Il maltempo mette in ginocchio gli apicoltori: niente miele d’acacia
E’ piovuto sul bagnato. Anzi sui fiori di tarassaco, acacia e tiglio e per quest’anno anche nella provincia vicentina, il miele d’acacia resterà un sogno.  Sarà davvero difficile trovare il prodotto italiano sugli scaffali e, di certo, non sarà facile acquistarlo a prezzi economici. Le condizioni meteo particolarmente avverse di questa prima parte dell’anno, molto prolungate confermano il grave impatto del cambiamento climatico in atto che rende più intensi e frequenti gli eventi estremi, estremamente dannosi per l’apicoltura. Un maggio decisamente da dimenticare per le cento piccole imprese che producono miele. 
 
COLDIRETTI - La pioggia e i cambiamenti repentini di temperatura non vogliono dar tregua al mondo agricolo: le grandinate e la pioggia incessante delle ultime ore rischiano di distruggere l'anno di lavoro degli imprenditori agricoli. Il maltempo ha coinvolto indistintamente tutto il territorio provinciale, ma la parte più colpita dalla grandine è stata la Bassa padovana, dove chicchi grandi come noci hanno letteralmente devastato vigneti, coltivazioni di orticole e cereali, in particolare il mais, una coltura messa già a dura prova, prima dalle basse temperature del mese di maggio, poi dalla siccità arrivata all'improvviso. La Cia -Agricoltori italiani di Padova sta monitorando la situazione, registrando danni ingenti da parte degli agricoltori che, dopo la grandinata e l'ennesima pioggia quasi monsonica, stanno contattando gli uffici di Zona per chiedere sostegno in un momento drammatico. Attualmente, soltanto gli ultimi episodi di grandine e maltempo hanno causato un taglio del 30% nella produzione dei raccolti. I Comuni della Bassa più danneggiati sono stati Stroppare di Pozzonovo, Anguillara, Agna, Torreglia, Stanghella, Zovon di Vò, ma la lista sembra destinata a crescere, specie considerando il perdurare delle piogge.  «Abbiamo già richiesto l'intervento di Avepa, affinchè effettui i dovuti controlli e, nel caso del superamento del 30% del danno, chieda alla Regione l'apertura dello stato di calamità», dichiara il Direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini.
Ma i danni non sono soltanto questi: un'estate da dimenticare, per l'agricoltura in generale, e anche per quella padovana, che deve fare i conti con le mutazioni climatiche sempre più evidenti, con l'adozione di misure d'emergenza, fattore che aumenta ulteriormente i costi di produzione e gli oneri burocratici, e con la presenza di insetti infestanti, come la cimice asiatica, che sta colpendo con particolare durezza le aziende dedite al biologico, produttrici di frutta, specie di mele e pere: «Queste realtà non hanno la possibilità di difendersi utilizzando i prodotti convenzionali - conclude il Direttore Antonini -, e stanno registrando un danno che, in molti casi, arriva anche al 90%, con prodotti ortofrutticoli che non hanno neppure più le caratteristiche per poter entrare nella filiera della trasformazione».
Ultimo aggiornamento: 16:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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