Grandine grossa come noci: devastazione di campi e raccolti

Lunedì 2 Agosto 2021 di Enrica Marchetto
Grandine danni alle coltivazioni

SANT'URBANO - Violenta grandinata, con alcuni chicchi grossi come delle noci, quella che ha colpito sabato sera intorno alle 19 Piacenza d'Adige e Carmignano di Sant'Urbano.

Sono bastati un paio di minuti per rovinare, in certi casi irrimediabilmente, le coltivazioni di mais e soia. Il fattore è dovuto alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. 


La zona colpita è vocata a colture estive. «Non è ancora possibile fornire una precisa stima dei danni sottolinea Cia Padova i tecnici valuteranno nei prossimi giorni l'ordine di grandezza delle perdite. Certo è che questa batosta, l'ennesima, non ci voleva proprio».
Lunedì e martedì scorsi altri due eventi atmosferici eccezionali, sempre nella Bassa Padovana che ha colpito in particolare il territorio di Borgo Veneto. Il comune ha già provveduto a chiedere lo stato di calamità naturale alla Regione e si pensa che ora tocchi, purtroppo, a questi ultimi due fare la loro mossa. Verosimilmente stavolta la grandine ha guastato i chicchi di mais. Adesso c'è il rischio concreto che all'interno degli stessi si formino muffe, funghi e tossine. 


I COLTIVATORI

«Di conseguenza, una volta che verrà portato nei vari centri di raccolta gli addetti potrebbero decidere di destinarlo all'uso energetico, pagandolo di meno rispetto all'utilizzo per mangime». La soia, invece, potrebbe avere una minore resa proteica. «Capita sempre più spesso che un anno di sacrifici venga vanificato nel giro di pochissimo tempo conclude Cia Padova La filiera agroalimentare è sempre stata in prima linea, pure durante il lockdown severo. Chiediamo alle istituzioni di dare il giusto riconoscimento agli imprenditori agricoli e al loro lavoro, strategico, a favore della comunità». 


«Non si hanno parole per coloro che hanno perso tutto dopo sacrifici, sappiate che per loro non c'è la cassa integrazione, ma la disperazione» è il commento condiviso da più di qualcuno. «Bisognerà aspettare qualche giorno per capire la reale perdita percentuale ed economica delle coltivazioni stesse: saranno i tecnici che, una volta nei campi, ci daranno il quadro completo. Le previsioni, però, sono nefaste». Fra gli interventi necessari per far fronte ai fenomeni atmosferici avversi, chiarisce Cia, il Mipaf sarà tenuto ad incentivare e ad aumentare il contributo a favore dell'assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante, già presente nel Programma di sviluppo rurale 2014-2020, utilizzando i fondi della nuova Pac. Ora spetta alla Giunta Regionale provvedere all'individuazione dei territori danneggiati così da poter fronteggiare le ingenti perdite subite, attingendo da un apposito fondo istituito a bilancio c.d. fondo di solidarietà nazionale, nel quale eventi eccezionali di questa natura sono previsti fermo restando, in caso di emergenza e di esaurimento delle risorse finanziarie, l'obbligo dell'ente subordinato a concorrere alla spesa. 
 

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