Grafica Veneta, le accuse del Pd: «Questo è il risultato del modello Nordest»

Mercoledì 28 Luglio 2021 di Angela Pederiva
L'interno dello stabilimento di Grafica Veneta
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VENEZIA - Un sasso nello stagno, ma con un effetto da tsunami. L'inchiesta sul caporalato che coinvolge Grafica Veneta agita il dibattito pubblico, riaccendendo lo scontro politico fra centrosinistra e centrodestra in Consiglio regionale. «Va ripensato il modello di sviluppo del Nord Est che non può essere basato su competizione al ribasso, sfruttamento dei lavoratori stranieri ed evasione fiscale», tuona Vanessa Camani, vicecapogruppo del Partito Democratico. «Gravissime insinuazioni, chiediamo che il Pd prenda le distanze da tali affermazioni: offendono i nostri artigiani e imprenditori veneti, il modello produttivo del Nord Est, il sistema veneto che paga le tasse più alte e mantiene metà dello Stato», ribatte Alberto Villanova, portavoce di Zaia Presidente e Lega.

L'ICEBERG E L'OFFESA
Il botta e risposta fra gli opposti scranni di Palazzo Ferro Fini sintetizza una riflessione che forse meriterebbe di essere allargata alla cultura del lavoro, ai paradossi della legislazione, alle conseguenze della crisi, allo scadimento dei diritti, al clima di compiacenza, alle responsabilità dei singoli, delle imprese, dei sindacati. Ad ogni modo la premessa trasversale a tutti i commentatori è che sarà la magistratura a fare chiarezza. Nell'attesa, però, le valutazioni divergono.
Dice la dem Camani: «È preoccupante che violazioni così gravi della legge si verifichino anche in aziende ritenute eccellenti come questa, portata ad esempio dal presidente Zaia per le mascherine contro il Covid regalate alla Regione e rivelatesi completamente inutili». Dura la replica dello zaiano Villanova: «Camani offende l'intero settore produttivo veneto, dovrebbe invece fare un bagno di umiltà e di realtà. La invitiamo a fare un giro nelle industrie, nelle fabbriche e nei laboratori degli artigiani della nostra regione, gli stessi messi in ginocchio a causa della pandemia e di quelle tasse che hanno sempre pagato con correttezza e spirito di sacrificio, pur nell'assenza totale delle entrate. Altro che silenzio della Regione come lo ha definito Camani: Il Veneto è una regione virtuosa, e lo dimostra qualsiasi statistica, che eccelle per manodopera e sistema produttivo sano e competitivo. Chi ha sbagliato in questa vicenda risponderà delle proprie responsabilità e sconterà le proprie colpe, ma non permetteremo alla consigliera di strumentalizzare politicamente un fatto di cronaca per scalfire l'immagine del modello industriale veneto e arrivare a colpirne l'amministrazione. Chiediamo che il Pd si dissoci e prenda le distanze da tali vergognose affermazioni, altrimenti passerà il messaggio che il Partito Democratico ha questa visione politica del sistema produttivo regionale e dei suoi onesti lavoratori».
Nel frattempo la verde Cristina Guarda annuncia un'interrogazione, con cui chiede a Palazzo Balbi di costituirsi nel prevedibile futuro procedimento penale: «Alla luce dei rapporti tra la politica regionale e l'azienda sottoposta ad indagine, la Giunta regionale non può non pensare a iniziative a tutela dell'immagine e a carattere preventivo di tutela di tutti i lavoratori».

LA DIGNITÀ E LA SCHIAVITÙ
Anche al di là del Canal Grande, comunque, la vicenda fa discutere. Il deputato ex pentastellato Raphael Raduzzi attacca il patron Fabio Franceschi: «Ricordo perfettamente la sua reazione di sdegno quando nel 2018 si stava promulgando il decreto Dignità. Ecco chi aveva il coraggio di attaccare una norma che provava a dare maggiore stabilità ai lavoratori e che purtroppo ora, a causa del nuovo governo Draghi, è stata parzialmente smantellata». Gabriele Scaramuzza (Articolo Uno) va oltre il caso particolare: «Un sistema economico che attraverso la catena dei subappalti tollera e alimenta questo degrado è un sistema malato, che colpisce prima di tutto il lavoro, ma subito dopo tutta la società».
Concorda Christian Ferrari (Cgil): «Abbiamo molte volte denunciato, e da anni, il fenomeno del caporalato, presente in Veneto soprattutto nei settori dell'agricoltura, dell'edilizia, della logistica. Ma il fatto che nemmeno una realtà considerata un'eccellenza della nostra industria a livello nazionale e internazionale sia, secondo gli inquirenti, immune da questo fenomeno deve far riflettere tutti e deve far agire le istituzioni».
Roberto Boschetto (Confartigianato Veneto) propone però un'altra chiave di lettura: «Conosciamo il tema dello sfruttamento e della concorrenza sleale ma perché lo subiamo.

Molte nostre attività della filiera della moda, ad esempio, da anni denunciano e combattono il fenomeno dei laboratori clandestini dove lo sfruttamento di lavoratori, spesso stranieri, è oggetto periodico delle cronache locali grazie al costante controllo da parte della Guardia di finanza. Quello che possiamo auspicare è che i controlli continuino e siano più frequenti perché il sistema dell'artigianato può solo che esserne agevolato».

IL PROGETTO
La risposta ufficiale della Regione è affidata a una nota che tira le somme del progetto antitratta, di cui il Veneto è capofila, nel primo semestre di quest'anno: «Le unità di contatto hanno effettuato interventi di accesso nei contesti lavorativi con le forze dell'ordine e gli organi di vigilanza in 10 aziende: 2 nel territorio di Vicenza e provincia, 6 nel territorio di Padova e provincia, 1 nel territorio di Venezia e provincia e 1 nella provincia di Verona». Sono state contattate 48 persone diverse provenienti da Cina, Pakistan, India, Marocco, Gambia, Senegal, Mali, Costa d'Avorio, Sierra Leone, Gambia, Nigeria e Ghana. «Le attività produttive dove sono emerse persone potenziali vittime di caporalato e grave sfruttamento viene descritto sono l'agricoltura (attraverso il meccanismo dell'intermediazione illecita fornita dalle cosiddette cooperative senza terra), il tessile manifatturiero (dove sono coinvolti principalmente lavoratori asiatici provenienti da Cina, Bangladesh e Pakistan), il volantinaggio, l'edilizia e la logistica agroalimentare».
 

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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