Padova. La grande bellezza del Fai: tornano le Giornate di Primavera

Sabato e domenica alcuni tra i luoghi più belli della città saranno aperti al pubblico

Martedì 21 Marzo 2023 di Nicoletta Cozza
Padova, biblioteca antoniana

PADOVA - Sette siti. Diversi per funzioni, collocazione ed epoche. Ma con un denominatore comune: sono tesori di storia, arte e natura da scoprire o ri-scoprire. Con questa finalità, infatti, sabato e domenica tornano le Giornate di Primavera del Fai, il più importante evento di piazza giunto alla 31. edizione e dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico, che prevede a livello nazionale l'apertura di oltre 750 luoghi solitamente inaccessibili, o poco noti. A Padova, protagonisti dell'iniziativa sono i Giardini dell'Arena, Villa Pesavento con la sua Fattoria didattica a Brusegana, la Biblioteca Antoniana e la Scuola del Santo, nel complesso monumentale dedicato al Taumaturgo, l'Archivio e lo Studio di Alberto Biasi in via Sorio 29, il Centro Congressi in Fiera progettato dall'archistar Kengo Kuma, e la Fabbrica Ruffatti di via Facciolati, dove si realizzano organi venduti in tutto il mondo. Sabato e domenica, quindi, durante le visite a contributo libero si potranno conoscere queste location grazie ai volontari del Fondo per l'Ambiente Italiano, affiancati da studenti nel ruolo di "apprendisti ciceroni" (informazioni e prenotazioni sul sito www.giornatefai.it). La manifestazione, che ogni anno coinvolge migliaia di cittadini, è stata presentata ieri in Municipio dagli assessori Andrea Colasio e Antonio Bressa, da Mirella Cisotto, Ines Lanfranchi Thomas e Anna Claudia Girotto, rispettivamente capo delegazione di Padova, presidente regionale e responsabile del Gruppo Giovani del Fai, dall'artista Alberto Biasi e da Nicola Rossi, al vertice di Padova Hall.

Le Giornate di Primavera

«L'azione del Fai - ha esordito Colasio - si basa su un postulato: un bene culturale è tanto più importante quanto più è conosciuto, amato e visitato. In questi anni ha svolto una funzione importantissima in un percorso che ha "socializzato" il bene, facendolo diventare patrimonio collettivo, elemento identitario e anche vettore di promozione turistica e commerciale. Il progetto di quest'anno è affascinate e coinvolge un artista di rilievo internazionale quale è Biasi, uno dei fondatori del Gruppo N, un movimento culturale tra i più significativi della storia dell'arte contemporanea del Novecento. E Alberto adesso si mette a disposizione dei visitatori per mostrare loro il suo Archivio».
«Abbiamo collaborato con il Fai - ha aggiunto Bressa - per favorire la conoscenza dei Giardini, allargando la visita anche all'area dell'antica Arena Romana che normalmente non è accessibile. Poi, far conoscere il Centro Congressi è un'operazione che coniuga il valore architettonico dell'opera con quello economico: è un luogo che sta dando grandi soddisfazioni alla città».
«Le giornate Fai - ha spiegato Ines Lanfranchi Thomas - sono eventi di cittadinanza attiva che mettono insieme vari soggetti, con il risultato che "piccoli" luoghi, anche sconosciuti, diventano "grandi" e scrivono un'enciclopedia spontanea del nostro patrimonio».
«Saranno momenti importanti - ha ricordato Mirella Cisotto - anche per raccogliere fondi da destinare alle attività dell'associazione per tutelare, curare promuovere e condividere il patrimonio artistico».
«Il Centro Congressi - ha aggiunto Rossi - è un'opera d'arte, che guarda alla cultura giapponese ma la proietta nella nostra.

Pochi padovani, però, l'hanno visto perchè stato utilizzato da decine di migliaia di persone arrivate da tutta Italia e dall'estero». E infine Biasi ha osservato: «Molti credono che io abbia allestito un atelier e non un archivio, e invece, complice l'età, mi sono limitato a tenere solo un piano dell'edificio come studio e ho riservato l'altro ai materiali e ai documenti raccolti e conservati in tanti anni assieme ad Alfredo Massironi, tra cui le pubblicazioni riguardanti il tipo di arte che noi del Gruppo N facevamo. A lungo sono rimasti accatastati, ma poi grazie al lavoro di alcune stagiste del Bo che mi ha mandato il professor Guido Bartorelli tutto è stato catalogato e sistemato. In via Sorio c'è tutta la storia del Gruppo N, oltre a quella delle mie mostre». 

Ultimo aggiornamento: 11:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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