Arresto cardiaco, architetto padovano stroncato in trattoria a Venezia

Sabato 16 Marzo 2019 di Daniela Ghio
Giorgio Serracchiani
VENEZIA - La morte l'ha colto improvvisamente, all'età di 47 anni, mentre attendeva di ordinare il pranzo alla trattoria Alla Rivetta, a Castello. L'architetto padovano Giorgio Serracchiani, per 20 anni organizzatore del padiglione di Israele della Biennale d'arte, mercoledì alle 13 era andato a pranzo con un amico, un poliziotto padovano, nel ristorante ai piedi del ponte di campo San Provolo. Aveva dovuto attendere per cinque minuti che si liberasse un tavolino e nel frattempo aveva salutato una ragazza israeliana, parlando della prossima imminente apertura della Biennale. Liberato il tavolo si era finalmente seduto e quasi subito si è sentito male ed è caduto a terra. L'amico l'ha immediatamente soccorso, praticandogli un massaggio cardiaco, e la ragazza a sua volta ha  tentato la respirazione bocca a bocca, mentre il ristoratore ha chiamato il 118. Ma non c'è stato nulla da fare: i soccorsi, arrivati in breve tempo, hanno solo potuto constatare il decesso per arresto cardiaco. Nei prossimi giorni verrà eseguita un'autopsia per verificare le cause della morte. L'architetto Serracchiani, lontano cugino della deputata Pd Debora Serracchiani, era un uomo di cultura, amava l'arte e spesso la rendeva parte integrante della sua vita, molti amici erano o curatori o critici o artisti. 
ARCHITETTO E MUSICISTAEra un bravo sassofonista. Innamorato di Venezia, la considerava la sua città: nella città d'acqua aveva studiato, laureandosi allo Iuav, dove aveva anche fatto domanda per l'insegnamento. Sempre a Venezia, all'università, aveva conosciuto la moglie Caterina, da cui ha avuto due figli, attualmente di 7 e 12 anni. Con lei aveva aperto uno studio di architettura a Padova. Giorgio era figlio della creativa padovana Sandra Marconato, mancata pochi anni fa, a cui lui era legatissimo. A tal punto da riuscire ad organizzare col placet del Comune di Padova, una Mostra a lei dedicata Prendere coscienza di sè ai Musei Civici Eremitani, la scorsa primavera. Sempre per sua madre, stava cercando di organizzare una fondazione. Non dimenticava però la sua Venezia, e i pescatori che andava trovare regolarmente. Quest'anno non aveva avuto alcun incarico nella preparazione del nuovo padiglione israeliano, ma ugualmente veniva a seguire i lavori,
IL CURATORE«Giorgio era un architetto con la A maiuscola , un ragazzo serio, un papà e marito sensibile, affezionatissimo alla famiglia afferma il curatore del padiglione Israeliano, Arad Turgeman - L'ho conosciuto nel 1999, quando era studente, mi era immediatamente piaciuto e lo avevo preso a lavorare con me durante gli studi per il padiglione della Biennale. Si era innamorato del padiglione e aveva voluto fare la sua tesi proprio su questo, con me correlatore. Per anni ha aiutato per l'allestimento dei nostri padiglioni e collaborato con artisti israeliani. Come libero professionista ha fatto molti cantieri, lavorando con la moglie. Era anche uno sportivo, cintura nera di karatè e con la passione della boxe. Questa morte per quanti lo conoscevano è inspiegabile. Giorgio non soffriva di cuore e per questo motivo la famiglia ha chiesto l'autopsia». I funerali si svolgeranno a Padova». 
Daniela Ghio
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