GALZIGNANO/VENEZIA - Trovandosi in difficoltà economiche, affida tutti i suoi preziosi, per un valore complessivo di circa 25mila euro, a un imprenditore con interessi nel mondo delle aste televisive perché li metta in vendita. Come ricavato, riceve però alla fine solo un quinto del totale. Un 69enne residente a Galzignano si reca pertanto dai carabinieri della stazione collinare e presenta una denuncia per appropriazione indebita nei confronti di M.G., sessantenne originario di Feltre e residente a San Michele al Tagliamento, nel Veneziano. A cui aveva consegnato in conto vendita oltre un chilogrammo di monili in oro e argento affinché li proponesse al pubblico nel corso di un programma televisivo.
NECESSITA' FINANZIARIE
Una decisione presa per fare fronte a delle improvvise necessità di carattere finanziario.
NESSUNA SPIEGAZIONE
Tutti i tentativi di avere un chiarimento da parte dell'imprenditore di San Michele al Tagliamento non avevano portato ad alcun risultato. Avrebbe infatti ricevuto risposte e assicurazioni molto vaghe. Di conseguenza, preoccupato per quel mancato guadagno che rischiava di creargli parecchi problemi economici, non gli era rimasta altra scelta che bussare alla porta della caserma di Galzignano e raccontare tutta la storia ai militari dell'Arma. I quali, al termine di una rapida indagine, hanno denunciato a piede libero il 60enne per appropriazione indebita. Vale a dire il reato previsto a carico di chi tiene per sé beni che non sono di sua proprietà ma di cui, in quel momento, ha il legittimo possesso, giustificato dall'incarico che aveva avuto di metterli in vendita nel corso dell'asta televisiva.
EPISODI ANALOGHI PRECEDENTI
Una volta emesso il provvedimento nei confronti di M.G., ora le indagini dei carabinieri di Galzignano proseguono proprio per accertare cosa sia accaduto al resto dei preziosi che gli erano stati affidati. Sono stati venduti e si è intascato il ricavato, li ha trattenuti per sé, oppure hanno preso un'altra strada? É risultato dagli accertamenti condotti dai militari che l'imprenditore in passato era già finito nei guai con la legge per episodi analoghi.