Rischiava l'amputazione, ora ha conquistato gli Stati Uniti in bicicletta

Venerdì 5 Agosto 2022 di Giovanni Brunoro
Gianni Paganin a Washington, davanti alla Casa bianca

PADOVA - Alla fine ce l’ha fatta Gianni Paganin, intrepido ciclista montagnanese che ha portato a termine in sella alla sua bicicletta tutto il “Coast to coast” degli Stati Uniti, il viaggio dalla costa dell’oceano Pacifico a quella dell’Atlantico. In 32 giorni ha macinato 5.200 chilometri, da Santa Monica a New York: un pellegrinaggio laico in solitaria attraverso le tante anime degli U.S.A., il grande cuore dell’America e le sue contraddizioni.
Ci aveva provato tre anni fa, ma il suo sogno si era infranto contro un tir che lo aveva centrato in pieno mentre pedalava nel deserto dell’Arizona. I medici hanno fatto di tutto per evitargli l’amputazione del braccio: ci sono voluti tre interventi – guidati dal professor Daniel Kokmeyer dell’Università di Las Vegas – ma tutto alla fine è andato per il meglio e neanche un infortunio di tale portata non ha avuto la meglio su Paganin, dirigente di polizia locale a Venezia e prossimo alla pensione. 

L’ITINERARIO

Dopo mesi di lunga riabilitazione, allenamenti serrati, test di nuove strumentazioni, a maggio Gianni ha caricato la sua bici in aereo ed è partito alla volta di Los Angeles. La prima parte del viaggio, manco a dirlo, è dedicata alla leggendaria Route 66, madre di tutte le strade e miraggio della generazione “easy rider”. «L’ho percorsa fino ad Albuquerque, in New Mexico – racconta – Ormai ci passano solo i turisti ed è abbandonata. C’è un motel ogni 200 chilometri, una stazione di servizio ogni 50 e le temperature altissime rendono tutto difficilissimo. Ero vestito di bianco dalla testa ai piedi e gli automobilisti si fermavano a darmi dell’acqua».
In Texas il termometro arriva a segnare 56 gradi, con un vento rovente che rischia di spazzare via la bici. Condizioni terribili anche in Arizona, appena sotto il Grand Canyon, dove al mattino si è prossimi agli zero gradi e durante il giorno si registrano escursioni termiche di 40 gradi. Oltretutto la strada procede dritta per decine di chilometri e per andare avanti senza impazzire: «bisogna scollegare il cervello» come dice Gianni. Nell’America profonda coglie tutte le sfumature di un popolo variegato e profondamente diviso: «Ho visto i nativi Navajo vivere nei container, i cartelli inneggianti a Trump e persone che andavano a far la spesa armate. Un giorno mi sono fermato a chiacchierare con un cowboy che aveva in auto un fucile per i coyote e due pistole, una per i serpenti e l’altra contro eventuali aggressioni – racconta – È il grande limite degli statunitensi, vivono in una libertà pressoché sconfinata e in questo concetto rientra anche l’essere armati fino ai denti».

LE EMOZIONI

Ma gli Stati Uniti sono soprattutto altro: il culto di Elvis, il blues, la musica country ad ogni ora: «A Nashville, città di rara suggestione, si balla e si canta tutto il giorno. I locali sono pieni di gente e da fuori si sente il suono delle chitarre. Ho respirato l’atmosfera di un divertimento sano». Nonostante le ore infinite passate a pedalare, c’è il tempo anche per sostare in alcuni luoghi simbolo di una generazione, come la statua di Rocky a Philadelphia: «Incredibile, c’era una fila interminabile per farsi la foto accanto al pugile esultante. È diventato più famoso del museo lì vicino». E poi Washington e New York, la tappa finale, dove Gianni si ferma quattro giorni.
«Solo così ho potuto capire quanto sia una città accogliente – racconta – Puoi andare ovunque in bicicletta, anche dentro i negozi. Non avrei potuto lasciarla incustodita, per quanto abbia avuto una sensazione di grande sicurezza: nessuno tocca nulla che non gli appartenga». Tutto ciò è stato possibile grazie a una bicicletta realizzata su misura, con telaio in acciaio leggero e resistente: «Se la bici rispecchia le tue proporzioni, eviti mal di schiena e dolori alle articolazioni» chiude. Il profilo Instagram di Gianni (gipaco64) è un diario pieno di fotografie e appunti di un viaggio sognato per tutta una vita.

Con la testa e il cuore già rivolti alla prossima meta. 

Ultimo aggiornamento: 16:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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