Nanu Galderisi: «Mi sono sognato Vialli, ci rotolavamo felici in campo: al risveglio ho saputo che era morto»

Sabato 7 Gennaio 2023 di Andrea Miola
"Nanu" Galderisi e Gianluca Vialli

PADOVA - Un'amicizia, quella tra Gianluca Vialli, scomparso all'età di 59 anni, e Giuseppe Galderisi, che nella dipartita dell'ex giocatore della Sampdoria ha regalato a Nanu una strana situazione, difficile da accettare con la ragione, ma che in qualche modo si può comprendere.
«L'altra notte - racconta Nanu - io l'ho sognato. Non avevo dormito bene, mi svegliavo e mi riaddormentavo e a un certo punto nel sonno ricordo di aver vissuto una situazione in cui ci abbracciavamo e rotolavamo in campo felici, con la spensieratezza dei nostri tempi delle giovanili, in cui abbiamo condiviso la strada che poi ci ha portati a giocare insieme in nazionale.

Nel sogno lui mi diceva di stare attento che c'erano i fotografi, ma non ci fermavamo, ridevamo abbracciati e al risveglio avevo dentro di me una piacevole sensazione. Che poi però, poco dopo, è stata spezzata dalla notizia che era morto».

COME UN SALUTO
Un ultimo saluto da un grande amico? «Io lo interpreto così. Ultimamente la mia attenzione era calamitata su di lui e gli avevo mandato vari messaggi, purtroppo senza ottenere risposta, cosa che ancor più mi preoccupava. E il tanto pensare una persona poi magari può portare a sognarla». 
Un commiato dunque che in certa misura era atteso... «Non è stato un fulmine a ciel sereno, ma quando queste cose succedono è comunque un dramma. Nelle ultime settimane ho cercato di stargli vicino nel modo in cui potevo».
Legame mai venuto meno: «Ci siamo visti la prima volta a Coverciano, io ragazzino della Juventus e lui della Sampdoria, avevamo quattordici o quindici anni. Insieme abbiamo fatto un lungo percorso a partire dai tanti provini per entrare nelle rappresentative azzurre e insieme ci siamo ritrovati in nazionale maggiore a disputare un mondiale». Galderisi si riferisce a quello di Messico 1986: «Io partivo dall'inizio, Gianluca subentrava e ridendo mi diceva di star tranquillo che ci avrebbe poi pensato lui».
In campo anche da avversari, come nel 1995 quando il Padova di Nanu in serie A vinse a Torino per 1-0 contro la Juventus, poi campione d'Italia, grazie a una rete dell'olandese Kreek. «Dopo la partita con la mia macchina, tornando a casa, l'ho accompagnato a Cremona e abbiamo parlato di mille cose».

LA COLONNA SONORA
Nel loro legame una costante colonna sonora: «Un'estate eravamo in vacanza in Sardegna a festeggiare il suo compleanno, io mi misi a cantare Amico di Renato Zero. Da quella volta, ogni 9 luglio, di persona o per telefono, gliela rifacevo. Insieme ci siamo divertiti tanto e ci bastava un semplice messaggio».
Poi aggiunge: «Vivevamo insieme le varie situazioni con la giusta leggerezza, ma al tempo stesso ci davamo un gran da fare, come dopo gli allenamenti in cui insieme provavamo punizioni, rovesciate e tiri. Gianluca era un ragazzo sveglio, furbo e intelligente. Un grande campione, ma la prima cosa a cui mi viene da pensare è la bellezza della persona e la sua allegria».
E c'era da aspettarsi il grande spazio dedicato in queste ore dai media al campione scomparso. «Lo sport ha perso un grandissimo personaggio, con uno spessore che non riguarda solo l'aspetto professionale. Quello che semini raccogli e lui ha seminato con intelligenza e spensieratezza. Di lui apprezzavo che dicesse sempre quello che pensava e che non restasse sempre coerente anche con chiunque aveva di fronte. Il coraggio che aveva da giocatore lo ha messo anche nella vita, affrontando una battaglia che pure a lui faceva paura. Ecco perché tutti gli onori e gli omaggi a lui attribuiti non sono mai abbastanza. Una persona straordinaria che mi mancherà tantissimo».

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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