PADOVA - Il furto in appartamento questa volta è andato a buca. Due giovani nomadi oltre a non essere riuscite a rubare nulla, sono pure finite in manette. Il merito del loro arresto è tutto della padrona di casa. La donna, guardando dallo spioncino della porta d'ingresso, le ha "pizzicate" mentre cercavano di scassinare la serratura con un pezzo di plastica.
La donna, senza perdere tempo, ha afferrato il telefono cellulare e ha chiamato la centrale operativa del 113. In pochi minuti in via Duprè sono intervenute due pattuglie della Sezione volanti. Le nomadi appena hanno sentito provenire una voce dall'abitazione, sono scappate e si sono fermate sulla strada. Quando hanno visto l'arrivo della polizia hanno fatto finta di essere al telefono cellulare e di tenere una conversazione, come se nulla fosse. Ma gli agenti non hanno abboccato allo stratagemma e le hanno bloccate. Una volta perquisite i poliziotti hanno trovato e sequestrato due paia di guanti in lattice e il pezzo di plastica. Il pubblico ministero di turno Roberto Piccione ha ordinato l'arresto delle due per il reato di tentato furto in abitazione. Entrambe, ieri mattina, sono state processate con il rito della direttissima. Il giudice ha convalidato l'arresto, ma le ha rimesse in libertà. Fino a giovedì mattina erano tutte e due incensurate. Una ha 31 anni, risiede in un campo nomadi di Rovigo ed è mamma di un figlio di appena un anno. La seconda di 22 anni aspetta un bambino e proviene da un campo nomadi della provincia di Venezia.