Ennio Doris, i funerali. Il figlio Massimo: «Sei sempre stato Superman e per me sempre lo sarai». Il ricordo dei sette nipoti, le lacrime di Volpato

Sabato 27 Novembre 2021 di Gianluca Salvagno
L'ingresso della bara di Ennio Doris
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TOMBOLO (PADOVA) - Ennio Doris è tornato nella sua Tombolo, comune di 8 mila abitanti vicino a Cittadella, per riposare per sempre. Chiesa limitata a familiari, imprenditori e politici amici, fin dal primo mattino era tutto pronto per le esequie del fondatore di Banca Mediolanum, con moltissima gente comune ad attenderlo sul sagrato.

Tra i presenti in chiesa fin dalle 14 Matteo Marzotto, Luca Zaia, Renzo Rosso, Alessandro Benetton con la mamma Maria Teresa Maestri,  Arnoldo Mosca Mondadori, Alberto Nagel e Saverio Vinci.

Il corteo funebre è giunto alla chiesa di Sant'Andrea Apostolo alle 14.15 accolto dagli applausi dei presenti. Il figlio Massimo, la figlia Sara e la moglie Lina Tombolato a seguire la bara in legno chiaro. Silvio Berlusconi è arrivato con la fidanzata, Marta Fascina, insieme ai familiari di Doris. Poco distante anche il fratello Paolo e la figlia Marina con il marito, Luigi ed Eleonora Berlusconi.

La bara è stata accolta sulla soglia, dove è stata benedetta dal parroco don Bruno Cavarzan, sulle note dell'Ave Maria di Schubert suonata dal flauto di Andrea Griminelli che in seguito accompagnerà tutta la cerimonia. Cinque sacerdoti ad officiare la cerimonia della comunità cattolica Nuovi Orizzonti.

«Il mondo a Tombolo non si era mai visto - ha detto don Bruno - Ennio ce l'ha portato», ricordando anche come il banchiere la moglia Lina non mancassero mai alla messa domenicale. 

Il ricordo di Volpato e Pirovano

Prima della celebrazione religiosa, il primo a salire sul pulpito per l'orazione funebre è stato Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum: «Ciao Ennio, oggi siamo qui a Tombolo - ha detto - la tua Tombolo, il tuo posto, la casa della tua famiglia. Quante volte mi chiedevano: ma davvero Ennio torna a Tombolo ogni fine settimana? Sì, amavi dire che l'uomo è come un albero e l'ampiezza dei suoi rami è direttamente propozionale alla profondità delle sue radici. Qui hai scoperto i valori più veri, più profondi, cosa è giusto o sbagliato. Ma oggi non voglio parlare di te ma con te. Avrei mille cose da dirti ma te ne dico solo tre. La prima: sei stato e sarai sempre uno straoridnario esempio per tutti, la parabola dei talenti era il tuo più grande riferimento, dobbiamo lasciare un segno e tu quel segno l'hai lasciato, ogni talento lo hai resituito al Signore moltiplicato. La seconda: grazie, grazie di cuore, è stato un privilegio viaggiare con te, ci hai mostrato scenari fantastici, che onore aver potuto far parte della tua vita. La terza cosa è una promessa: il tuo lascito umano è grandioso, ma oggi non finisce niente, il sogno continua, anzi da oggi diventa ancora più grande. Tra poco ci asciugheremo le lacrime e nei nostri paesi faremo del mondo un posto migliore a modo tuo, alla Ennio Doris, facendo sentire ogni persona unica e speciale. Lo faremo con gioia poerchè non saremo mai soli, lo faremo con te e con la tua mano sicura sulla nostra spalla».

Poi è stata la volta di Giovanni Pirovano, presidente di Banca Mediolanum: «Da Tombolo è partito il tuo sogno, qui tutto parla di te. Oggi siamo nella tua chiesa testimoni della tua grande fede che potevamo vedere nella tua azione quotidiana. Mi hai voluto conoscere tanti anni fa per creare una banca a servizio della persona e subito ho compreso la tua grandezza, la tua intelligenza visionaria. Hai rivoluzionato il mondo della finanza e delle banche con soluzioni che hanno anticipato di 30 anni la realtà di oggi. Oggi sei considerato a ragione uno dei più grandi banchieri d'Italia. Hai trasmesso i valori ai figli Massimo e Sara e li hai fatti germogliare nei tuoi collaboratori. Desidero assicurati che tutti noi continueremo a far crescere Banca Mediolanum nel rispetto dei tuoi valori per portarti sempre con noi vivo nei nostri cuori. È un dono di Dio averti incontrato».

I sette nipoti sul pulpito

Commovente il ricordo dei 7 nipoti saliti sul pulpito. A parlare per tutti è stata Aqua di Montigny: «Il tuo impegno e la tua passione ci hanno regalato una vita fatta di scelte. E scegliere, non è un lusso consentito a molti. Non ci hai mai imposto di essere nulla al di fuori di chi volessimo essere. Ci hai insegnato ad amare incondizionatamente come hai fatto tu con noi e con tutti quelli che incontri. Ma soprattutto il tuo esempio di amore verso la nonna è stato sacro. Essere resi partecipi di un amore così puro, così vero e così eterno è una fortuna per la vita. Non ti preoccupare della nonna, ce ne occupiamo noi. E tu dolcissimo nonno, vivi in tutti noi. Per noi sei ancora qui, ti vediamo e ti sentiamo in ogni luogo. Ma questo viaggio verso il cielo non potevi che farlo tu per primo, perché Ennio Doris ha sempre visto più in là degli altri».

Il ricordo dei figli

La figlia Sara sul pulpito insieme al figlio Massimo. Sara ha letto un suo pensiero scritto durante una notte in ospedale a Castelfranco Veneto mentre assisteva il padre, che si conclude con un triplice "Ti amo".

Massimo Doris, visibilmente commosso, ha parlato a braccio: «Giovedì, mentre preparavo la camera ardente, pensavo a quello che sei riuscito a creare partendo da nulla, da Tombolo da un quartiere povero di un paese povero, doveva vivevate in una casa in quindici. Sei partito dal niente e hai costruito tutto questo. I banchieri non godono di simpatia, ma tu eri amato, basta vedere quante attestazioni di stima ci sono giunte, anche dai concorrenti. In Banca Fideuram 350 consulenti consulenti fionanziari si sono alzati in piedi e ti hanno tributato un applauso. Sei stato un grandissimo papà. Per un bambino il papà è un supereroe, poi uno cresce e si rende conto che il papà è una persona come le altre. Beh, per me sei sempre rimasto Superman - ha detto piangendo - e sempre lo sarai. Buon viaggio papà». 

L'omelia

Alle 14.50 l'inizio della cerimonia con la prima lettura scelta da don Bruno e tutta la famiglia: la lettera di San Paolo ai Romani. E la lettura del Vangelo, proprio con la parabola dei talenti che tanto piaceva ad Ennio Doris. Don Bruno Cavarzan: «Ennio è entrato nelle case e nei cuori dei tombolani - ha detto nell'omelia - degli italiani e anche nel mondo. Amava stare tra la gente, ascoltava, ma era pronto a proporre la sua visione che andava anche contro l'idea comune. La sua sensibilità lo portava a commuoversi nel bene e nel male. Lui alle feste non mancava mai e la sua presenza era importante anche perchè rasserenava le situazioni di sofferenza. Credeva nella famiglia al punto di ritenerla soggetto privilegiato anche per l'attività economica. Ennio ha aiutato il mondo ad essere un po' migliore, dai bambini ai carcerati. Ha impiegato bene i suoi talenti creando anche molti posti di lavoro. A Tombolo è nata la sua passione per il ciclismo, ogni volta c'era qualcosa da sistemare in chiesa Ennio e Lina erano sempre pronti ad aiutarci. In occasione del restauro della chiesa, Ennio parlò dal palco ricordando ai tombolani l'importanza di un edificio sacro. Ennio ha vissuto in pace con tutti. La settimana prima della morte, dopo un duro calvario condiviso con la famiglia, ha lasciato questo messaggio: "Senza la fede è difficile, molto difficile, superare qualsiasi cosa, soprattutto le malattie". È un testamento spirituale, non dimentichiamolo. Grazie Ennio». Don Bruno, infine, ha letto il messaggio del cardinale Ruini, di cui era amico. «Oggi un papà vi lascia, è vero - ha detto don Bruno rivolto ai figli -  ma va a incontrare un altro papà grande grande». 

A chiudere la cerimonia il ricordo dei sacerdoti concelebranti, in particolare quello di don Davide Banzato di Nuovi Orizzonti, che ben lo conosceva: «Anche la malattia per lui era un dono, ha portato i valori del Vangelo in modo autentico, e insieme a Lina ci ha testimoniato che è possibile amare in ogni oggi». Ennio Doris si era sposato con Lina Tombolato nel '66.

La bara è stata benedetta sulle note della colonna sonora di Ennio Morricone del film Mission, sempre suonata dal flauto di Griminelli. La moglie Lina, prima di ricevere le condoglianze dei presenti in chiesa a partire da Silvio Berlusconi, ha voluto accarezzare la bara del marito. Una carezza che testimonia un'amore durato 55 anni. La bara esce tra gli applausi dei cittadini che l'attendevano silenziosi. L'ultimo saluto della sua Tombolo. 

La diretta video di Angela Pederiva

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Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 15:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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