Caso Eidonlab, frode fiscale con la ricerca: indagati 19 imprenditori

Sabato 20 Marzo 2021 di Luca Ingegneri
Marco Santoro

PADOVA É un organismo di ricerca, creato senza fini di lucro, che avrebbe fatto da schermo ad una serie di violazioni tributarie e truffe ai danni dello Stato. Arriva la resa dei conti per la complessa frode fiscale che ruota attorno a Eidonlab, società cooperativa a responsabilità limitata con sede a Padova. La Procura  si prepara a chiedere il processo nei confronti degli amministratori della Scarl, indagati per associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all'evasione fiscale, assieme ad un folto gruppo di imprenditori padovani, accusati di reati fiscali. É il filone padovano della complessa indagine sviluppata in circa due anni dai militari della Guardia di finanza: 24 indagati complessivi e 74 capi d'imputazione in un arco temporale che spazia dal 2011 al 2016.

Le altre tranche dell'inchiesta, che ha visto il coinvolgimento complessivo di 250 aziende, perquisite nel luglio di due anni fa, sono state stralciate e trasmesse per competenza territoriale alle Procure di riferimento.


LA CAPOFILA
Eidonlab è un organismo di ricerca, research & tecnology che ha sviluppato la sua attività in ricerca industriale, sviluppo sperimentale, divulgazione e trasferimento tecnologico. Avrebbe attinto a piene mani al decreto legge 70 del 13 maggio 2011 che consente alle aziende di assegnare commesse di ricerca a strutture qualificate godendo di benefici a fondo perduto pari al 90% dell'investimento. Secondo l'accusa Eidonlab si sarebbe organizzata in maniera da truffare lo Stato e consentire l'evasione alle aziende che affidavano loro le commesse di ricerca. I clienti avrebbero effettuato normali investimenti, assicurando una percentuale del 20% all'organismo di ricerca allo scopo di far passare per prototipo quanto appena acquistato. Le stesse aziende acquisivano in questo modo un credito d'imposta nei confronti dello Stato pari al 90% della spesa sostenuta
IL MECCANISMO
La società cooperativa costituita il 16 giugno 2011 avrebbe in sostanza trasformato o mascherato comuni operazioni industriali o commerciali in progetti di ricerca scientifica, soggetti per legge ad agevolazioni fiscali. Per centrare l'obiettivo si sarebbe avvalsa di un network di società (Eidon Kaires Srl, Agorà Srl, RQ Srl e Link Srl) con il compito di predisporre da un lato la documentazione necessaria a clienti e committenti per ottenere i benefici fiscali, dall'altro di emettere fatture verso la stessa Eidonlab per operazioni oggettivamente inesistenti. In questo modo le società collegate avrebbero drenato la liquidità incamerata dalla capofila aggirando il divieto di distribuzione di utili imposto dalla normativa agli organismi di ricerca. Non solo. Il carico fiscale accumulato dal network societario con l'emissione di fatture verso Eidonlab sarebbe stato contestualmente neutralizzato da crediti d'imposta inesistenti, costituiti dalla Scarl in favore di ciascuna società satellite.
Cinque le figure con responsabilità in seno ad Eidonlab e alle società collegate individuate dalla Guardia di finanza: Marco Santoro, 65 anni, e la moglie Lucilla Lanciotti, 54 anni, residenti a Padova, rispettivamente legale rappresentante di Eidonlab e RQ Srl, Alessandro Manganelli Di Rienzo, 47 anni, di Albignasego, amministratore unico di Eidon Kaires Srl, Giampiero Abbate, 71 anni, con residenza in Austria, amministratore unico di Link Srl, e Cristina Vit, 54 anni, di Buja (Udine), dipendente di Eidonlab con mansioni di raccordo tra i colleghi preposti all'elaborazione dei contratti e dei documenti relativi ai progetti di ricerca fittizi.
Diciannove invece gli imprenditori che hanno ricevuto l'avviso di conclusione indagini. Rischiano il processo tra gli altri i titolari della Sirca, azienda di vernici di Massanzago, Luigi Durante, della Elbi, impresa termo idraulica di Limena, Luigi Brustio, della Parpas, azienda meccanica di Cadoneghe, Vladi Parpajola, e della Jofa, società di automazione industriale con sede a Padova, Alessandro Faraglia. Sono accusati a vario titolo di emissione di fatture per operazioni inesistenti, evasione di imposte avvalendosi delle stesse fatture, ed utilizzo in compensazione di crediti d'imposta inesistenti, in quanto relativi ad investimenti in ricerca e sviluppo mai effettuati.
 

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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