Idea di due fratelli: al ristorante il conto si paga in followers

Domenica 25 Novembre 2018
I fratelli Pittarello
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PADOVA «Un primo, un secondo, un dolce e una bottiglia di vino. Ecco il conto: sono cinquantamila followers, grazie». Sembra una scena da fantascienza, una di quelle che potremmo immaginare ipotizzando il mondo del futuro. Invece, grazie all'intuizione di due imprenditori padovani, è già realtà: nel ristorante dei fratelli Pittarello, infatti, si paga in visibilità. Tutto si basa sui follower che ogni cliente ha sul proprio profilo Instagram: il successo dell'iniziativa testimonia alla perfezione quando la vetrina virtuale sia ormai intrecciata con la vita reale. Matteo e Tommaso, 42 e 36 anni, cresciuti in Prato della Valle, hanno pensato di sfruttare un fenomeno che ormai è sempre più dilagante e redditizio. Lo notiamo anche nella realtà padovana dove, come vediamo in queste pagine, i protagonisti nel mondo dei social sono tanti e abbracciano i settori più disparati.
LA CENA PAGATA
Partiamo proprio dai fratelli Pittarello e dalla loro ultima trovata. «Da undici anni abbiamo una catena a Milano - spiega Matteo - chiamata This is not a sushi bar. Il mese scorso abbiamo aperto il sesto locale e abbiamo deciso di giocare con i clienti coinvolgendoli nella nostra iniziativa. È molto semplice. Il cliente durante la cena scatta una foto a se stesso oppure al piatto e la posta su Instagram taggandoci. Poi si presenta alla cassa e ci mostra la foto. A quel punto guardiamo il suo profilo ed entra in gioco la nostra tabella. Da mille a cinquemila followers è previsto un piatto gratis, dai cinquemila ai diecimila due piatti, e via così fino ad oltre centomila: in quel caso è tutto pagato». Chiara Ferragni può cenare senza tirare fuori un euro e portarsi anche a tavola dieci persone, ma l'idea sta attirando anche i clienti decisamente meno popolari.
I CONSIGLI SENTIMENTALI
La realtà padovana è ricca di ragazze e ragazzi che bucano il web. La giovane Anna Penello è la regina di Instagram, ma non è affatto l'unica. C'è anche chi è partita dal web per poi diventare scrittrice. Il suo nome d'arte è Mary G.Baccaglini, è una padovana di 33 anni e ha fatto successo con il blog Confessioni di una mente cinica, isterica e romantica che oggi conta quasi 125 like su Facebook. Laureata in relazioni pubbliche e pubblicità, Mary è un'esperta del mondo digitale e alcuni anni fa ha aperto il blog per gioco riscuotendo in poco tempo un enorme seguito. I social giocano un ruolo centrale nella sua carriera, ma non sono tutto: Mary lavora come speaker a Radio Padova, è stata opinionista alla trasmissione Rai La vita in diretta e, tramite il gruppo Facebook Parlami d'amore Mary G. organizza anche serate in tutta Italia proponendo aperitivi e corsi sull'amore.
«Ho fin da subito curato il mio blog con grande attenzione - sottolinea - facendo un vero e proprio piano strategico. Un salto in avanti c'è stato due anni fa quando, grazie al successo su Facebook, la casa editrice Garzanti mi ha contattato e fatto pubblicare il libro Mal che vada ci innamoriamo, uscito due mesi fa. Lavoro anche come social media manager ma sto lasciando il mio mestiere tradizionale: nei prossimi anni vorrei occuparmi soprattutto di questa mia attività». Ma si può vivere solo di questo? «Se uno si impegna tanto e fa un piano strategico, certamente sì».
Dall'amore al matrimonio il passo può essere breve. La padovana Rebecca Riparbelli si definisce una wedding blogger e il suo sito, www.sposiamocirisparmiando.it, è seguito in tutta Italia: 12.657 mi piace solo su Facebook.
Se i food blogger che recensiscono piatti e locali ormai sono sempre più diffusi, negli ultimi anni sono comparse nel web anche molte altre figure.
PER ARREDARE CASA
Un esempio di successo è rappresentato da Camilla Corradi, 31 anni, con il suo blog La tazzina blu. Camilla, da sempre appassionata di arredamento, ha studiato design e due volte a settimana intrattiene i suoi seguaci illustrando le nuove tendenze in questo campo. Le visite mensili sono venticinquemila, i followers su Instagram quasi diciassettemila e i like su Facebook diecimila.
«Non vivo solo di questo. Sono anche una progettista di interni e collaboro con alcuni marchi - evidenzia -. La mia passione è diventata un vero mestiere e sicuramente i social mi aiutano ad avere anche nuove opportunità professionali». Tra dieci anni starà ancora curando il proprio blog e le proprie pagine? «Non so se tra dieci anni ci saranno ancora i social - sorride lei - ma di sicuro, in ogni caso, spero di essere ancora nel mondo del design». E mentre lo dice, sta già pensando al prossimo articolo.
L'ESPERTO
Ma il mondo del web non è solo questo, basti pensare al ruolo dei quotidiani (il Gazzettino, ad esempio, in media ha 400 mila utenti giornalieri unici). Chi conosce perfettamente queste realtà è il padovano Gianni Potti, esperto di nuove tecnologie e fondatore del festival nazionale Digital meet. «I social hanno il pregio di mettere in rete idee e culture diverse, e sono molto utili anche dal punto di vista commerciale - osserva -. Ma hanno anche degli effetti negativi: pensiamo all'odio in rete e al cyberbullismo, due fenomeni che vanno combattuti. Per chi li usa in modo assiduo l'importante è conoscere bene pregi e difetti di questi strumenti: l'onda dei social va cavalcata, ma non bisogna esserne travolti». Infine, un invito: «Quando vedete un post, non limitatevi a mettere un like o a scegliere un faccino. Bisogna abituarsi a dare giudizi e a dire cosa si pensa. Perché scrivere aiuta il cervello a riflettere».
Gabriele Pipia
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 10:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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