Una galassia polarizzata attorno a due città. Negli equilibri interni di Forza Nuova, la propagazione veneta pesa soprattutto a Padova e a Verona: padovano è il segretario regionale Luca Leardini, veronese è il leader nordista Luca Castellini. Lungo questa direttrice si è consolidato l'asse della ribellione contro il Green pass, quantificata in un'ottantina di attivisti che domenica hanno partecipato alla manifestazione di Roma, proiezione di una massa che elettoralmente vale fra cinquemila e novemila consensi.
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Forza Nuova in Veneto
Questi sono i voti raccolti da Forza Nuova alle elezioni in cui è riuscita a presentarsi.
Con il tempo la rilevanza del Nordest è aumentata, grazie anche all'ascesa di Castellini, pluridaspato e indagato, dunque indiscusso capo che dalla curva dell'Hellas Verona (da cui è stato espulso fino al 2030 per i buu contro Mario Balotelli) è arrivato ai vertici di Forza Nuova, al punto da firmare il manifesto di autoassoluzione per gli scontri di sabato pomeriggio: «Mesi di piazze pacifiche non hanno fermato l'attuazione accelerata del Great Reset, ora la musica è cambiata e il direttore d'orchestra e compositore è solo il popolo in lotta - costretto a difendersi dalla ferocia unanime di chi dovrebbe rappresentarlo, l'attacco alla Cgil rientra perfettamente in questo quadro analitico - che ha deciso di alzare il livello dello scontro». Per giorni il veronese ha chiamato a raccolta gli attivisti: «Abbiamo ancora 3 posti disponibili sui pulmini per Roma!», annunciava in settimana su Telegram; «E dopo 11 sabati consecutivi di lotta nelle strade di Verona contro tirannia sanitaria e greenpass, domani tutti a Roma!», rilanciava alla vigilia su Twitter. Fino al tweet con foto dopo i disordini: «Forza Nuova Veneto presente con il popolo per difendere la libertà alla vita e al lavoro. La violenza viene dal potere, il popolo si difende perché ha il dovere di resistere!».
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I sovranisti
Dopo 24 anni di militanza, il movimento in Veneto rivendica con Castellini una posizione più a destra dei sovranisti: «La Lega è infine un carrozzone senza capo né coda; peccato per qualche singolo che ancora predilige il lato oscuro del potere al proprio Ideale. Fratelli d'Italia è pronta a prenderne il testimone e rivendere il consenso al sistema». Nel mirino è così finito anche il governatore leghista Zaia, ribattezzato dai forzanovisti padovani «Luca Tampone Prosecco» e accusato di essere «il prototipo del perfetto maggiordomo alle dipendenze di Big Pharma». Contro insinuazioni come questa, il presidente della Regione ha già annunciato querele. Ma ferma è ora anche la reazione del capogruppo regionale dem Giacomo Possamai: «Già ad agosto la Procura di Padova aveva aperto un'inchiesta sulle infiltrazioni della destra radicale nelle manifestazioni di No Vax e No Pass; adesso non ci sono più dubbi ed è bene alzare la guardia a ogni livello, anche in vista di venerdì prossimo quando il Green Pass diventerà uno strumento indispensabile per l'accesso al lavoro».