Il risiko di mostre della Fondazione Vaf: dalla galleria di Padova al museo di arte moderna di Venezia

Pirrone: «Abbiamo costruito tre progetti su misura per i musei che hanno manifestato la necessità di rinnovare le proprie modalità espositive»

Martedì 11 Aprile 2023 di Nicoletta Cozza
Le mostre della Fondazione Vaf

PADOVA - Tre esposizioni, di altrettanti filoni artistici. In uno scrigno di capolavori di straordinaria rilevanza nel cuore di Padova, ma che in futuro verranno esposti in tutto il mondo. E poi un progetto più che ambizioso, definito e ormai in via di realizzazione, per allestire a Venezia un grande Museo di Arte Moderna in collaborazione con l'Università di Ca' Foscari, a dirigere il quale verrà chiamata Gabriella Belli, storica dell'arte e in passato al vertice del polo museale lagunare. Sono questi i tasselli di un mega piano artistico-culturale che sta portando avanti Fondazione Vaf, di cui è presidente onorario Stefano Pirrone che è anche wealth advisor di Mediolanum Private Banking, il quale ha trasformato gli spazi della banca in un edificio di Piazzetta Bussolin nella zona di Largo Europa, nel cuore di Padova, poco distante dalla cappella degli Scrovegni, in una sorta di "galleria" privata che incanta il pubblico, destinata a entrare nel portale dei siti Unesco, che tutti possono ammirare gratis e con le modalità più semplici, cioè suonando il campanello, o inviando una mail (a morethanartg@gmail.com) per prenotare una visita. Proprio le varie tipologie sono la forza della proposta artistica che consiste in un tris di progetti fruibili, a se stanti, caratterizzati da una costante ricerca dell'unicità, nell'ambito di un palinsesto innovativo fortemente volto alla valorizzazione, alla gestione e alla promozione delle arti visive all'indomani dell'emergenza Covid. Al pianterreno dell'edificio, e già da fuori attraverso le vetrate si può avere un'idea dell'importanza dei pezzi originali custoditi, c'è la rassegna dedicata a Andy Warhol, con alcune opere rarissime, mentre in quelli superiori si trovano i quadri che appartengono appunto alla Fondazione Vaf, realizzati da artisti italiani e moderni, mentre nella terza sezione espositiva, che contrariamente alle prime due che sono fisse rimarrà a Padova per alcuni mesi, è presente parte di un'altra eccezionale "raccolta", quella di Christian Stein, la prima al mondo per l'arte povera, uno dei più significativi movimenti artistici dell'epoca contemporanea, raccolti dal 1966 a oggi.

I dettagli

Il corpus principale della raccolta di Warhol, di cui fanno parte 200 opere, in questo momento è al Museo MA*GA di Gallarate (Milano), dove rimarrà esposto fino al 18 giugno nell'ambito della mostra "Serial Identity", ma a Padova è rimasta comunque una parte significativa della collezione, rappresentata da trenta pezzi particolarissimi che si possono vedere nella galleria. Un progetto complessivo nato nel 2020 proprio negli spazi patavini e che si è spostato poi in quelli lombardi, in accordo con il Museo Andy Warhol di Pittsburgh e la Fondazione omonima di New York. Il percorso narrativo racconta al pubblico una delle personalità più influenti e complesse che ha operato nella seconda metà del XX secolo e soprattutto coglie l'evoluzione continua della sua identità, manifestata in una città che cambia quotidianamente e si apre al confronto con i primi raffinatissimi disegni pubblicitari realizzati negli anni Cinquanta, e prosegue con le serigrafie del decennio successivo. Poi, per permettere ai visitatori di conoscere tutti gli aspetti creativi di Warhol, il palinsesto include la completa serie delle cover dei vinili prodotte per band iconiche come i Velvet Underground e i Rolling Stones; i libri più famosi che lo vedono in veste di autore e illustratore; un focus sul mitico "Interview Magazine", fondato da Warhol stesso nel 1969. Della collezione Vaf, invece, fanno parte capolavori che coprono il periodo storico-artistico dall'inizio della modernità fino alle tendenze contemporanee, e che spaziano quindi dal Futurismo alla Pittura Metafisica, passando per l'arte del Novecento e quella astratta, arrivando ad altre correnti apparse dopo il 1945. Tra gli oltre 2.500 inventariati, vi sono pregevolissimi e cospicui esempi del Modernismo italiano, risalenti all'arco temporale che va dai primi del 1900 fino agli anni '40, tra cui quelli di De Chirico, Balla, Fontana, Biasi, Scarpitta e Medardo Rosso. Questa, che è considerata la più importante collezione d'arte italiana del Novecento, è stata oggetto di studi da parte dell'Università di Padova che ha conferito al suo fondatore Volker Feierabend la laurea Honoris Causa per meriti artistici, mentre il Comune di Padova realizzerà, in collaborazione con MAG, una sezione a essa dedicata ai Musei Civici Eremitani che si chiamerà "Eterna bellezza" e che celebrerà la donna. E adesso a tutto ciò si sono aggiunti i pezzi della collezione Stein, la galleria più famosa in quanto rifornisce i principali poli museali del mondo e i più importanti collezionisti: tra l'altro con soli 25 pezzi, quelli che erano stati venduti a François Pinault, il Comune di Venezia ha realizzato la rassegna a Punta della dogana che ha riscosso un enorme successo, con le persone in coda per entrare. «Oggi - spiega Pirrone - a Padova ne abbiamo altrettanti, ma in proiezione disporremo di ben 450 opere, che successivamente verranno collocate all'interno di un Museo d'arte contemporanea che sorgerà sempre nel capoluogo lagunare, di cui sarà curatrice Gabriella Belli, che in passato si è occupata pure del Mart di Rovereto. Inoltre, della nostra squadra, fa parte anche Vittorio Sgarbi».
«Il patrimonio artistico della collezione, nata a Torino dove prese forma l'arte povera - ha aggiunto - racconta attraverso un nucleo di "strutture" monumentali i più importanti artisti del movimento. All'interno della rassegna espositiva sono presenti in questo momento a Padova opere di Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari e Mario Merz».

Gli obiettivi

«La sede padovana di Piazzetta Bussolin - ha concluso Pirrone - si rinnova per ospitare eccezionalmente tre grandi mostre ideate e pensate all'interno degli spazi espositivi di MAG, la piattaforma culturale che presenta un anno di progettazione scientifica ed espositiva delle collezioni che condividono la sua visione e la strategia di valorizzazione.

Questa nuova progettualità, etica e responsabile, ci ha permesso in questo anno di costruire tre progetti su misura per i musei che hanno manifestato la necessità di rinnovare le proprie modalità espositive, di dialogare con i nuovi pubblici all'indomani della pandemia e di utilizzare inedite strategie di coinvolgimento».

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