Focolai d'incendio a Rocca Pendice, palestra di roccia inaccessibile

Lunedì 22 Giugno 2020 di Lucio Piva
Intervento con l'elicottero per tentare di spegnere del tutto i focolai intorno alla parete
TEOLO - Un’autentica task force al lavoro per tutta ieri per mettere la parola fine ai pericolosi focolai che continuano a sprigionarsi dalla sommità di Rocca Pendice. Vigili del Fuoco, Protezione Civile, Forestale e esperti conoscitori degli angoli più reconditi della palestra di roccia dei Colli sono stati infatti impegnati sino a sera nella difficile operazione diretta a snidare gli ultimi focolai ancora attivi, generati dal vasto incendio del 3 giugno scorso, e spegnerli definitivamente. Quanto fossero pericolosi i punti di potenziale innesco delle fiamme, lo ha rivelato l’ennesima colonna di fumo avvistata anche ieri mattina sulla sommità della Rocca. Si è così messa in moto l’articolata macchina degli interventi coordinata dal vicesindaco di Teolo, Nevio Sanvido, dall’assessore alla sicurezza, Valentino Turetta e dal consigliere comunale Matteo Turetta. I primi ad arrivare sul posto sono stati i Vigili del fuoco di Padova ed Abano, mentre la Polizia locale di Teolo ha subito provveduto a far evacuare da presenze estranee il sentiero che conduce a Rocca Pendice e l’intera zona delle operazioni. 
«Fondamentale – ha spiegato il vicensindaco – è stato l’apporto del nucleo di Protezione civile di Teolo, guidato dal coordinatore Mauro Saggiorato, nel predisporre gli interventi in assoluta sicurezza. Si è trattato di un’operazione difficile proprio per la necessità di raggiungere l’impervio punto di innesco delle fiamme». Per individuarlo i Vigili del Fuoco hanno addirittura dovuto ricorrere all’uso dei droni. Poi è stato necessario far alzare in volo gli elicotteri. «Il velivolo della Protezione civile di Sospirolo – ha spiegato il consigliere comunale Matteo Turetta – ha sorvolato più volte Rocca Pendice, per rifornire dall’alto una vasca contenente circa 2 mila litri d’acqua, opportunamente “fissata” alla sommità della palestra di roccia. I travasi per il trasporto aereo dell’acqua sono stati resi possibile dal lavoro dei volontari del nucleo di prevenzione degli incendi boschivi di Galzignano, che hanno allestito in pochi minuti sul terreno del campo sportivo sottostante delle piscine di rifornimento».
La parte più ostica del lavoro di spegnimento è toccata al nucleo della Protezione civile di Albignasego, esperto nel mettere in atto operazioni di sicurezza anche attraverso arrampicata in parete. Sono stati loro, infatti, ad azionare delle pompe, alimentate dalla cisterna d’acqua soprastante, per effettuare l’azione di spegnimento nella profondità dei crepacci. L’accesso al sentiero, nel corso della spettacolare operazione, è stato dichiarato off limits per tutta la giornata di ieri. Ma lo sarà anche nei giorni successivi se dovessero tornare a verificarsi nuovi focolai in nuovi punti impervi. «Mi auguro – ha detto l’assessore alla sicurezza Valentino Turetta – che questo prodigarsi di forze e capacità tecniche possa essere stato l’atto definitivo a risolvere un problema iniziato venti giorni fa. Ma soprattutto che escursionisti e scalatori rispettino il divieto di avvicinarsi alla palestra di roccia, ignorato nei giorni scorsi nonostante l’ordinanza del sindaco. Il pericolo di caduta massi resta infatti incombente».
 
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